lunedì 8 agosto 2011

Radio Danubio 4

Buon giorno amici ascoltatori di Radio Danubio, la sadio che trasmette 23 ore su 24!

Cosa è successo oggi. Nulla. Pioveva. Ma ieri? Che è successo ieri?
Tante cose, tantissime. Intanto i nostri eroi hanno volato. Chi meglio e chi peggio, chi ha fatto fuoricampo e chi ha smotorato per tornare a casa. La giornata si è presentata coperta, quella di lana che si usa d’inverno. Poi piano piano, senza che nessuno ci credesse, il sole è spuntato ed ha illuminato con i suoi raggi i bei faccini dei nostri piloti... Così appena la base cumulo si è alzata al di sopra delle pannocchie di granturco la PW5 è stata mandata per aria. E a seguire gli altri. La giornata è stata tosta, specialmente per i 20m ed i PW5. Per tornare i primi hanno smotorato, i secondi smadonnato. Ma non è bastato a quanto pare, perchè Claudio è finito in terra. Atterra, scende dall’aliante e si guarda attorno. Toro. Non Claudio di segno zodiacale, o forse si, non so, ma c’era un toro. Che guardava Claudio. E Claudio guardava i toro. Si guardavano insomma. Biecamente. Poi per un attimo 2 sinapsi fanno contatto e Claudio si rende conto che la sua tutina da volo, riciclata da uno spettacolo di natale del ’95 (era abbinata ad un cappello in tinta con pon pon bianco in fondo ed a un grande sacco di iuta), è rossa. Un bel rosso acceso. Il toro continua a guardarlo bieco, Claudio un po’ meno, e si allontana con cautela dal campo.
Ma lasciamo i fuoricampisti ai loro campi e torniamo a quelli che sono rientrati. Nico per esempio. Il Vito pure. E così parte il rito del salamino del buon ritorno. Il rito consiste nel sacrificio di uno o più salami (si, temo sempre per la mia incolumità...) e del parmigiano in onore dei piloti rientrati. Il rituale si consuma appena atterrati con il buon Orso che sfetla il salamello sacrificale e gli altri che si abbuffano.
Nico però, non pago del salamello decide di andare a fare shopping per coronare la felice giornata. È stato terrificante. Se Nico fosse una donna sarebbe la devastazione, ve lo giuro. Ho dovuto portarlo via a forza dal reparto occasioni del supermercato, ma non senza dover portare a casa anche, in ordine di inutilità inverso: numero 2 cuscini gonfiabili da campeggio, numero 3 taniche da 15 litri ripiegabili (una magari ok, ma 3??? Era un’occasione imperdibile, bisognava approfittarne...), una saliera e una pepiera per camper (perchè in quelle attuali si impacca il sale. Gli ho detto che la saliera che abbiamo ora funziona alla perfezione ma lui ha obiettato ce è solo questione di tempo che il sale si impacchi, numero 6 rotoli di nastro isolante colorati e un ATTENZIONE ATTENZIONE, PRODOTTO CHE RIVOLUZIONERA’ LA VOSTRA VITA raffredda fustini da birra. In pratica era un’occasione imperdibile no, e questo affare lo si mette attoro al fusto di birra e lo tiene freddo. In realtà poi Nico è rimasto molto deluso dall’acquisto perchè pensava che fosse di ghiaccio istantaneo, quello che lo schiacci e fa freddo. Invece deve stare 24h in freezer per freddarsi e quindi è stato alla fine rivalutato come acquisto poco utile anche da Nico. Ora occupa spazio in camper e non sappiamo che farcene. Qualcuno ne ha bisogno? Lo regalo... Nico eh, mica il fredda fusto!

mercoledì 27 luglio 2011

Buon giorno amici ascoltatori della radio più umida che ci sia

Buon giorno amici ascoltatori della radio più umida che ci sia.

È da tanto che non si va in onda... e di cose ne sono successe poche. O meglio, una cosa è successa, ed è successa tanto. Ha piovuto. E ancora... e ancora. Fino a ieri per intenderci. In campeggio ci si muoveva solo con mezzi anfibi. La direzione gara, nella disperazione ha sparso un camion di sabbietta per gatti (usata, perchè così sedimenta meglio...) in campeggio in modo da fare 2 simil-stradelli. Poi hanno vietato la circolazione all’interno del camping a tutti i mezzi gommati: macchine, moto, bici e monopattini. Ma io l’ho visto un bambino danese con i pattini... è lui che ha lasciato le ormaie!
Anche i grandi si sono divertiti con la sabbietta. Due svedesi sono stati visti raccogliere la sabbia degli stradelli con paletta e secchiellino del bimbo (giustamente in lacrime per la sottrazione impropria dei suoi beni...) per portarla davanti alla loro tenda dopo che un compagno di squadra era uscito per andare a fare le sue cose ed era stato rinvenuto 6 ore dopo mezzo annegato in una super pacera-sabbie mobili all’ingresso della tenda.
Per fortuna però, nonostante la pioggia, abbiamo modo di metterci avanti con i lavori di casa grazie alla splendida connessione internet.... In giro per il campeggio, sotto un’acqua che dio la manda, si vedono individui incappucciati che girano e si scontrano, apparentemente senza una meta, con un pc in mano. Poi finalmente a qualcuno si illumina di verde una tacchetta del segnale internet e lancia un urlo di gioia (per la trovata connessione) e, subito dopo, generalmente entro 5 secondi, una frase invereconda nella propria lingua madre (per la connessione che è sparita). Sembrano un mucchio di rabdomanti con i loro legnetti a cercar l’acqua, se non fosse che qua cercare l’acqua non è poi csì difficile...

Oggi finalmente si è volato! Dopo giorni di pioggia e di schieramenti inutili siamo partiti! A dire il vero la PW5 e la 20m sono partite anche ieri, subito dopo che la civetta aveva bucato. Hanno resistito stoicamente per una mezz’ora e poi gliel’hanno data su.
Beh, comunque oggi sono partiti tutti.
Claudio, che aveva detto di aver studiato per lo speed task in realtà non aveva studiato nulla (perchè c’era da studiare anche per il compito di storia e l’intterrogazione di geografia e non ha avuto tempo dice lui...) ed è finito fuoricampo. L’Alfio e l’Alessandro sono andati a radecchi (come si dice dalle nostre parti) e ce ne hanno portati per tutti. Il Vito dovrebbe essere adato bene, Nico meno. I due 20m non so, vorrei vedere le classifiche ma la connessione internet spaziale che c’è qua non me lo consente.
Ma il meglio è stato Luca che, onore al merito, ha chiuso il tema nonostante meteo e mezzo volante sfavorevoli. Ma il fatto è che Luca, dal suo PW5, il secondo giorno di gara aveva visto che gli altri alianti, quelli veri, hanno il ruotino retrattile. Che fare dunque per migliorare le performance del pentolino. Luca non ha dormito per 5 notti e 6 giorni, mentre la pioggia cadeva lui pensava, e ri pensava... fino a che non è pervenuto a soluzione. E oggi ha agito. In decollo ha centrato una buca ed il ruotino... ta dah!!! Come per magia è rientrato! Come negli alianti veri!
Il problema si è poi posto all’atterragio quando è giunto il momento di tirarlo fuori (il ruotino eh...). Ma per fortuna la pista qui è in erba. Quindi tutto ok, se non che ora il PW5 è in officina perchè la direzione gara non ha apprezzato la sua idea. I PW5 devono essere tutti uguali! O si spacca il ruotino a tutti o si ri aggiusta il tuo. Così ora la squadra Urbani è al lavoro.

Eh, che dire... così vanno le cose, che volete farci. Non ci si lamenta (la menta la si tiene per il mojito...), pensate al povero Carmeluzzo e vedrete che la vita in fondo vi sorride.

Soluzione al mistero dei tralicci con le palle. Sono veramente acquedotti... che delusione, io che speravo nascondessero segreti...

giovedì 21 luglio 2011

Radio Danubio 2


Buon mattino amici ascoltatori di radio Danubio.

Qui piove.... e piove e piove. Il camper sta affondando nella malta, raggiungere i bagni del campeggio è diventata un’impresa epica se non si vuole sprofondare nella piscina di faghiglia che c’è subito prima. In aeroporto si gira in zattera, o con gli stivaloni da pesce, quelli gommati che sono un tutt’uno con la braga, gommata pur’ella, e le bretelle. Quelli che usa lo zio Beppi per fare pesca d’altura per intenderci... ma non importa, noi non li abbiamo. Quindi zattera.

Ricapitoliamo, per chi non è stato attento, ciò che è successo nelle ultime 3 meravigliose giornate, ovvero i primi 3 giorni di gara.

Anzi, prima una piccola parentesi sulla cerimonia di apertura: i nostri eroici piloti si sono presentati tutti in orario ed infighettati con giacche e braghe lunghe per la cerimonia... ed un caldo da fare i vermi. Ma non importa, per esser belli questo ed alto, ed i nostri uomini sono dei duri, quindi sopportano il caldo porcello in cambio di un po’ di figaggine!

Bene, che la cerimonia abbia inizio: discorsi in slovacco per predisporre l’animo alle 2 ore sul piazzale assolato, a seguire traduzione in lingua sensata. Poi, attenzione agli amanti della musica folk, allegro motivetto strimpellato con strumenti improbabili e accompagnato da ballerini e martellatori di zebedei.

Finito ciò decollo dello dello zoegling, o facsimile. Insomma, uno di quei libratori che sembrano fatti con i bastoncini dei ghiaccioli e su cui stai seduto su uno scaranino con un manico di scopa come cloches. Magnifico! E vola sul serio! Non ha nemmeno i diruttori per atterrare! Lo si mette giu e basta!

E poi un magnifico traino quadruplo con 4 Blanik che poi hanno volato assieme facendo pure un po’ di acrobazia, veramente bravi!

Ma toriniamo a noi

Giorno number one.Ma vediamo prima l’assortimento della squadra italiana: Claudio Testa e Luca Urbani sui 2 pentolini (PW5), Nicola Fergnani e Vittorio Pinni sui 2 club (ripettivamente LS1-s e jantar 3), Alessandro Bruttini e Alfio Lavazza sui 2 standard (LAK 19 ed LS8) e il doppi equipaggi Alberto Sironi – Michele Chiarelli e Luciano Avanzini – Vittorio Pinni sui due 20m (Arcus).
Per gli intenditori: l’LS1-s è una variante dell’LS1-f dove “s” sta per shark skin. Il gelcoat di suddetto aliante è infatti rugoso come un paio di pantaloni i velluto a coste, come la buccia di una zucca, come una grattuggia da caciotta...e anche come la pelle degli squali i (s)quali, grazie alla pelle rugosa, ottengono particolari effeti idrodinamici per cui fanno meno attrito con il fluido in cui si muovono. L’aliante di Nico cerca di imitarli (con scarsi risultati... ma ci stiamo lavorando). Quindi tutti coloro che pensano che il gelcoat sia rovinato non hanno capito nulla. È nuovo di palla, le cricche le abbiamo fatte noi apposta per farlo andare più forte!Comunque torniamo al primo giorno di gara. Meteo un po’ di cacchetta, ma non importa, si vola, e che cavolo, è il primo giorno. Aera task per tutti. Tutti si presentano ai decolli meno che Claudio che si è preso a letto. Fatto sta che verso mezzogiorno iniziano i decolli e Claudio dorme ancora. Il suo squadrista Davide tenta di svegliarlo ma invano. Si sente infatti rispondere: “no, non voglio andare a scuola oggi mamma... non ho studiato l’area task. Se poi mi interrogano prendo un brutto voto, vado domani e mi faccio interrogare sull spead task, te lo prometto...”.
Somma, fatto sta che non vuole sentire ragioni. Così gli altri partono... e tornano... alcuni. Nico va in terra, il Vito poco più avanti. I due 20m si sparano un terzo ed un quarto posto in classifica. I 2 standard si fermano a funghi per strada e l’unico pentolino partito rientra! Rispetto.

Retroscena del giorno 1.Dovete sapere che qua in Slovakkia girano individui strani... come Carmelo, Carmeluzzo per la mamma. Carmeluzzo sta nella stessa penzion dove alloggia la famiglia Urbani. Carmeluzzo, che non è altoatesino, besì palernitano, non biascica una paroladi di inglese ed è venuto in Slovakkkkia a conoscere l’amore della sua vita con cui, a detta sua, avrebbe dovuto fidanzarsi per poi andare a vivere assieme.
Ora, lo so che spesso esagero un pochino le cose, ma questa storia è totalmente vera, con tanto di testimoni!Insomma, Carmeluzzo è qua, in terra straniera per conoscere l’amore! Età stimata del suddetto individuo: circa 40. Carmeluzzo, alla tenera età di 40anni quindi, a Palermo vive con la Mamma (scritta apposta con la maiuscola...). L’amore che è venuto a conoscere è una locale conosciuta in chat e deve incontrarsi con lui il giorno seguente. A Carmeluzzo non passa neanche per l’anticamera del cervello il dubbio che forse stellina_75xx della chat possa in realtà chiamarsi Vladimir, avere 72 anni e che la foto carina della bionda sul suo profilo sia in copertina al mese scorso del playboy slovakko. Ma non importa...
Grande suspance per tutti quanti dunque. Aspettiamo con trepidazione l’evoluzione della storia...

Giorno 2. Meteo altrettanto infima. Claudio rimane fregato perchè danno di nuovo area task a tutti, ma decide di provaci comunque. Per aria tutti i PW5 a ravanare... dopo 30’ su anche gli altri! E di nuovo Nico mi porta i gita con il carrello, preticamente nello stesso posto del giorno prima. Ma scusa, già che mi fai girare fammi vedere posti nuovi no?? Beh, bel campo di grano tagliato. Il Vito invece ce la fa e torna guadagnandosi un quarto posto. I due 20m settimo e tredicesimo a distanza di 22 punti l’uno dall’altro! Uno solo PW5 torna e la loro prova quindi non è valida, e ciccia per gli standard che finiscono in terra entrambi.

Retroscena del giorno 2.
Chiama la Mamma di Carmeluzzo in penzion. In perfetto palernitano comunica alla reception che vuole parlare con il figlioletto implume, Carmeluzzo appunto. Alla reception non capiscono e
fanno l’unica cosa che potevano fare: capiscono che l’altra è italiana e le passano Luca che è nelle vicinanze. La Mamma chiede se c’è Carmeluzzo... No signora, è fuori, non lo abbiamo visto... “ah, allora ditegli che la mamma gli ha fatto la ricarica al cellulare!”...”si signora, riferiremo, non si preoccupi...”.
Fatto sta che Carmeluzzo torna dopo un po con l’occhio spento e opaco, quello della triglia già pescata da un po di giorni... non più bello trasparente. Stellina_75xx si è presentata con l’uomo... noooooooooo... delusione... amarezza... ha detto che voleva solo imparare un po’ di italiano. Un fidanzamento andato a puttane così... Carmeluzzo è triste. Ma io ribadisco che doverbbe solo essere felice che Stellina_75xx non fosse un Vladimir con tendenze omo!!! Carmluzzo non sa più che fare, il biglietto di ritorno lo aveva preso per 20 giorni dopo perchè quello doveva essere il tempo necessario al fidanzamento ufficiale. Insomma, Carmeluzzo con il cuore infranto compra un altro biglietto per tornre in a Palermo da Mamma il giorno seguente e poi chissà... magari prendere i voti...

Giorno 3. Diluvia, non c’è speranza di apertura... si va a Wien a comprare le palle di Mozart. Pover’uomo.
Nico, Rossella, Davide e mua. Bella città, bel posto, reincontro un’amica viennese che non vedevo da un anno e ce la giriamo. Incredibilmente a Vienna non piove. Meraviglia!

Il domandone del giorno: durante i vari recuperi abbiamo visto in giro per il territorio slovakko tantissime strane torri, alte una ventina di metri, con in cima una palla di 7 metri circa di diametro. Qualcuno di voi ha idea di cosa possano essere? Ce ne sono veramente molte. Pensavamo acquedotti, ma non ha molto senso fare acquedotti sferici... mah... ditemi voi!

sabato 16 luglio 2011

Radio Danubio


Radio Danubio

Ben tornati affezionati fedeli a tutte le radio del mondo, il nuovo programma che potete seguire (quando lo decido io) si chiama Radio Danubio.

Il problema a sto giro era dare un nome sensato alla radio, dato che siamo a Nitra in Slovakkia e non c’è asolutamente nulla di tipico. I glouaches? No. E’ ungherese. I wrustel? No. I crucchi li fanno meglio. La birra? Si, buona ma non tipica. Un qualche ballo? La versione slovakka del ballo del mattone forse? Nemmeno, è apprezzato ma poco diffuso.
Insomma, l’unca cosa tipica qua è il Danubio (che non è blu, il “bel danubio blu” è una ciozza pazzesca, il danubio e verde e marrone esattamente come il Po!!!).
Ecco dunque Radio Danubio che vi racconta delle vicende che avvengono in quel dei campionati europei di classe club, PW5, standard e 20m.Oggi è stato il primo giorno di prova ufficiale ed il team italiano è al completo. Ma ne sono successe di cose nei giorni scorsi...
Intanto siamo arrivati, io, Nico ed il Nano, e ci siamo installati nel campeggio che è ampiamente ombreggiato da un unico grande albero il quale, durante le ore del giorno, copre con la sua fresca ombra tutte le roulotte e le tende. Allego foto con unità di misura incorporata (il nano) per rendere meglio l’idea.Appena arrivati noi è arrivato anche il vento, ci ha messo solo una mezz’oretta di più perchè ha sbagliato strada, ma è arrivato... (per stefano: “pevchè sicuvamente avviva...”)
Una volta entrati in campeggio e scelto il posto all’ombra abbiamo parcheggiato il camper, posizionato il nano e gonfiato la piscina che è stata saggiamete messa in pendenza sull’unica collinozza nel raggio di 3 km. Ma il posto lo ha scelto Nico, e senza la livella non si piuò mica pretendere chissà chè da un ingegnere no? Il risultato è che la piscina è tutta intorta e rischia il collasso ogni minuto di più. L’Alfio, che è persona saggia, ha ritenuto infatti più opportuno picchettare la sua tenda a monte della piscina, anche se più lontano da noi, temendo un secondo Vajont. Comunque da quando abbiamo riempito la piscina ha smesso di fare caldo.
L’altro ieri Nico ha voluto assiurarsi che anche gli altri aeroporti della Slovakkia fossero atterrabili (causa temporale in arrivo) e così si è piazzato in terra in un posto dal nome impronunciabile. Ergo lo siamo andati a ripescare con la macchina, mentre tornavamo abbiamo sentito un rumore sinistro. Ma che sarà mai? Ci fermiamo e controlliamo il carrello. Pare tutto a posto. Continiuamo per gli altri 50km che ci separano da Nitra. Poi ieri era brutto e quindi siamo andati a vedere Bratislava. Nico parcheggia e io faccio il giro della macchina per aprile il baule e.... Nico?? Cosa *azz* ci hanno infilato nella macchina?? Una sbarra di acciaio?? No, aspetta. Non si è infilata, è in uscita. Ma porc*! Ma che è? E come mai il gancio è tutto imbarlato?? Fatto sta che abbiamo capito da dove fosse venuto il rumore sinistro del giorno prima. E oggi ho cavato il parurti della macchina ed ho scoperto che quel genio del meccanico che ha messo su il gancio ha voluto risparmiare 42 centesimi sui 4 dadi che tengono ferma la staffa del gancio mettendone di non autobloccanti. Il risultato è stato che quando ho aperto il paraurti 3 bulloni erano spariti e l’unico pezzo che teneva insieme il tutto era un bullone messo di traverso senza dado. Roba che se ci mollava quello si staccava tutto il parauri posteriore con annesso gancio e carrello con ripieno (aliante) per strada. Non male. Almeno 20.000€ di danni. Ma i 42 centesimi risparmiati! Comunque oggi abbiamo sistemato il tutto con autobloccanti. Sperem.
Poi oggi, tanto per cambiare, è tornata la malediozione della radio su di nico (che in confronto la maledizione di tutankamon gli fa un baffo...) e come al solito nessuno sentiva lui, lui sentiva male gli altri e lo squelc attaccava quando voleva lui a ritmo di polka. Ma il volo dicono sia stato bello. Quindi bene e via!
Domani è un altro giorno e si vedrà.

A poi!

Fine della Gara...

La gara è finita.
Mole è arrivarto e pensava di riposarsi un po’, invece il primo giorno ha imparato ad agganciare il cavo all’aliante (prendi l’anella, mettila nel muso, chudi il pugno quando è in posizione così io cihiudo... no, non li il pugno, devo vederlo... ok, meglio...) a tenre l’ala in decollo (tu corri, quando poi non ci arrivi più in altezza mollala...) e a metà pomeriggio anche a guidare con il carrello per fare recupero (prendile larghe e piano la curve, quando senti un colpo e un urlo fermati, se senti solo il colpo vai di lungo...).
Giona ha aiutato ghignando.
Il giorno seguente Giona è partito (in aereo, non in bici...) e, per essere sicura che Mole avesse capito bene come fare i reuperi ho fatto fuoricampo ancora. Ma anche le altre, tutte, hanno fatto far un ripassino ai rispettivi squadristi.
Poi acqua, vento e ancora acqua. E noi in sauna.
La gara è finita con un giorno di temporali in cui ci hanno sparate per aria con una fascia d’acqua sul primo pilone. Sono stata l’unica a non fare fuoricampo. Ma solo perchè non ci ho nemmeno provato. In mezzo alla pioggia con sotto solo alberi anche no, grazie. E poi a terra c’era un principio di sciopero degli squadristi. Quel bastardo del nano mi ha aizzato contro lo squadrista (con idee del tipo “ma che si arrangi lei se fa fuoricampo, tu che cosa c’entri?” e ancora “vola solo per farti sentire più basso” e robe del genere) così che Mole era quasi tentato dal non venirmi a prendere questa volta. A fine giornata, dopo che ha saputo che erano finite tutte in terra, con un sorrisone mi ha chiesto se aveva capito male lui quando gli avevo detto che la gara consisteva nel fare il tema eritornare più velocemente possibile in aeroporto per vincere. Perchè gli pareva che funzionasse diversamente la cosa, che la prima versione fosse solo per inbrogliare gli squadristi e farli venire promettendo loro ozio e libertà.
Ma daltronde è una vita difficile... cosa vuoi farci?
Fatti su i tampellini siamo tornati a casa.

Qui le uniche che si ringraziano sono le rane per aver fatto in modo che Mole venisse fino in Svezia ad allietare la mia permanenza la.

Saluti a tutti!

martedì 12 luglio 2011

Radio baccalà: l’altra storia.

C’erano una volta due ragazzi, dalle dubbie capacità cognitive, che si dedicavano all’allenamento di rane da corsa. Le gare di corsa delle rane sono un’attività svolta clandestinamente soprettutto nella bassa Ferrara. Praticare la corsa delle rane con rana di proprietà è un hobby molto particolare a cui bisogna dedicare parechio tempo causa l’addestramento dell’animale in quanto, come dice il nome stesso, durante la gara la rana non può saltare ma solo correre. E’ li che si vede la bravura dell’ammaestratore. Un giorno, questi due loschi individui decisero che era giunto il momento di mettere alla prova la loro bravura e portarono le 2 rispettive rane (Gianna e Pamela) alla gara di rane del circondariato. Ma poichè le gare con scommesse sono illegali anche queste gare vennero fatte in assoluto segreto. O per lo meno così si cercò di fare... fatto sta che a metà della gara, con Gianna e Pamela rispettivamente alle posizioni 134 e 135 su 136 nella categoria rane disabili (in cui erano entrate a tradimento fingendosi zoppe e in cui la 136esima era una rana fritta), irruppe la polizia nel covo. Tutti i trafficanti di rane e gli addestratori riuscirono a scappare tranne i nostri 2 eroi che vennero catturati e condannati a pagare per le sofferenze inferte alle bestiole con la stessa moneta.
Avrebbero dunque dovuto percorrere con mezzo di locomozione proprio e ad energia umana 2000km (2300 se si considerano le deviazioni del tutto volontarie...) per un tragitto definito li su due piedi: Ferrara, da cui avrebbero cominciao a soffrire per il caldo e per le zanzare, ad Arboga, sperduto paesino Svedese in cui avrebbero dovuto soffrire per la pioggia ed il freddo oltre che per le zanzare.
In data 10 giugno 2011 sono così partiti i disgraziati che di nome fanno rispettivamente Mole e Giona.
I nostri due eroi dalle dubbie capacità cognitive hanno però dimostrato grande capacità pedalatoria coprendo suddetta distanza in 10 giorni, 4 ore e 6 calzini sporchi.
C’è però da dire che un po’ hanno barato facendosi Rostok Trelleborg in traghetto e non a nuoto, ma gliela facciamo passare perchè tanto in traghetto sono stati puniti. Il dio delle rane infatti ha posizionato un russatore in centro sala riposo in traghetto impedendo così ai 2 di dormire e lasciando loro tempo per meditare sulle proprie colpe.
Arrivati a 50km da Arboga si cominciava già a sentire la loro presenza in campo dato che erano sopra vento: una signora grassa ha avuto un mancameto e i pini hanno abbassato i rami. A 30km 2 tende si sono spicchettate da sole e la signora grassa è svenuta. A 10 km si sentivano addirittura interferenze per radio a causa dell’odore dei 10 giorni di pedalata con cambio limitato. Ma alla fine, tra altaus che si piegavano e statiche che si tappavano volontariamente i nostri 2 sono arrivati nell’aeroporto di Arboga espiando definitivamente le proprie colpe.

domenica 19 giugno 2011

quarta puntata


Eccoi di nuovo in onda signori, non ho scritto per un po’ perchè qui ci sono state giornate toste di gara, non gara e previsioni meteo.

Riassumendo quello che è successo nei primi giorni:
Giorno number one, dopo che la previsione meteo del giorno prima (anzi, LE previsioni meteo del giorno prima) avevano assicurato che non ci sarebbero stat
i cumuli con base tra i 1400 ed i 1600 il bollettino meteo della mattina stessa assicura basi a 1500m. Beh, se è così non ci si lamenta no? E invece si che ci si lamenta perchè ci sparano per aria alle 11.15 con le basi a 700m. Perfetto. TUTTA la club (perchè tanto noi siamo leggeri....) e via che si parte appena le basi arrivano a 900, perchè più su non vanno. Assicuro a tutti che volare con 30km di vento (perchè c’era anche vento...), basi 900m e uno sperverso di alberi sotto non è una meraviglia in ogni caso, solo che in più c’erano anche scrosci d’acqua in giro... che bellezza...Il volo è stato uno schifo, ma il meglio è stato l’atterraggio. Per fortua decido di atterrare in erba e non in asfalto. Tocco terra, rullo per 30 metri. Sgnaaaaaaackkk! Sento l’aliante che inchioda, talmente tanto che nonostante la cloches fosse tutta indietro la pancia davanti tocca l’erba, poi si ferma e e... tong, la pancia si ri alza e la coda sbatte in terra. Che cavolo è successo?? Beh, non importa, al momento ho l’aliante fermo perfettamente al centro della pista nel bel mezzo degli arrivi. Scendo pre spingere, fermo. Arriva Nico, spingiamo in due, inchiodato. Mah, si sarà rotta la molla che tiene chiuse le ganasce dei freni?? Somma, finalemte in 4 riusciamo a spingere l’aliante fuori, troviamo qualcosa per alzarlo e ci mettiamo a smontare la ruota.

Togliamo il perno centrale e tlang! Il mozzo fa un rumore strano e sputa fuoeri 2 bulloni, senza che nessuno li abbia svitati. Poi guardiamo meglio, non erano 2 bulloni ma 2 mezzi bulloni con i relativi dadi (Star, il brodo di verdure come lo fa la mamma). Meraviglia. In pretica il mozzo si era sbriciolato, polverizzato, sublimato e i bulloni dentro tranciati a metà. Beeeeeeeene.... Beh, potrebbe esser peggio, potrebbe piovere. Incomincia a piovere. Disperati andiamo dai crucchi, che hanno tutto di ricambio per tutti gli alianti. Però krukki afere solo pracci del karrello ti rikampio, e kamere t’aria, e kanasce freni, e cloches, e altaus, e kafo freno, e kuler, e fusoliera, e ala destra ti libbelle, e piano ti kota di ka6, e ci tispiace tnto ma keine ruota ti ricampio. Ok, capito, molto gentili comunque. Insomma, morale della favola un tipo che vola qua con ls1-f ha detto che potevamo prendere la sua ruota fino a che non ci arrivava quella nuova.Io a questo gli devo fare un monumento.

Giorno nuber two: la meteo non mi ricordo nemmeno cosa dicesse, tantooramai chi l’ascolta più? La club viene di nuovo sparata su con sgancio in base cumulo a 700m. Cielo totalmente coperto, e qui parte il ravanamento pre decollo. Due ore a termicare tra i 400 ed i 700, un casino di alianti tutti assieme. Siamo partite tutte assieme ed arrivate tutte assieme che più branco non si poteva. Però al briefing siamo riusciti a fare la foto al meteoman che, per comodità, affianco a quella del nano. Ora trovate le 10 differenze...

Il giorno dopo piove, e piove, e piove. Così andiamo a farci un giro ad Orebro.

Ma veniamo a ieri! Intanto devo dire che sono moooolto orgogliosa perchè tutti in pista si fermano a fotografare il gelcoat dell’LS1 con aria stupita ed un misto di rispetto e timore, nessuno lo tocca.
La ragazza danese che vola sul BC mi ha detto che devo cancellare la f dalla scritta in fusolira e farlo diventare un LS1-s e s sta per Shark skin. Lei infatti ha capito che le faglie che ci sono nel gelcoat non sono dovute all’usura ed al tempo ma sono il risultato di un lavoro di cutter meticoloso a seguito di un attentissimo studio di fluidodinamica comparata. Gli squali infatti hanno la pelle ruvida e questa rugosità gli permette in qualche modo di avere meno attrito con l’acuqa. Lo stesso per l’aliante, tutto calcolato! Quidi da ora in poi lo chiameremo LS1-s.
Che altro dire, la giornata poi è andata benone, a parte che hanno cannato di nuovo le previsioni e ci hanno mandato su alle 12.45 con il task C (sissignori, ci hanno ripensato ben 3 volte!) anche se alle 11 le basi erano già a 1000m. Temino di 150km. I cumuli sono rimasti fino alle 8 di sera. Ma non importa perchè per oggi avevano mezzo annunciato un no task, così si siamo dati alla vita di Arboga by night. L’unico locale della ridente cittadina, che peraltro smercia mojito in bicchiere piccolo alla modica cifra di 9 neuri, voleva essere un luogo pretenzioso e mezzo discoteca ma era un pacco, dopo 45 minuti siamo uscit! (E abbiamo scoperto che per entrare dopo le 23 biognava anche mollaergli altri 9 neuri. Ma siamo fuori???) Per fortuna nel parchetto in front of era stato allestito un palco dove di ballava musica del calibro di vamos ala plaja e i like the way you move... che sballo signori. In più abbiamo scoperto che quando distribuivano il buon gusto gli svedesi probabilmente erano impegnati a sbadilare la neve dal vialetto di casa e quindi c’erano delle balenottere con minigonna super corta (o forse era solo la cintura??) e canottierina che sfidavano i ghiacci (in fondo c’erano 13°C...) ballando infoiatissime. In più probabilmente la popolazione svedese ha avuto degli screzi nelle ere passate con la corporazione dei parrucchieri. Ne sono scaturiti tagli e colori di capelli da paura. Ma veramente da spavento. Roba che a dar le forbici in mano ad un ingegnere è capace di tirar fuori qualcosa di più plausibile!
Ma roba da matti. Naturalmente i 2 infoiatissimi, di cui non facciamo i nomi, non se ne sono portate in tenda tantissime di topolone...

E oggi siamo qua... in camper, sotto l’acqua e non ci si riesce a muovere perchè ieri abbiamo fatto la lavatrice perchè avevamo finito le mutande pulite, e quindi la roba che era a stendere fuori ora è a stendere dentro in camper, appesa ad altezza testa.

martedì 14 giugno 2011

Ri buon giorno fedeli amici ascoltatori. È da ben 3 giorni che la radio non va in onda e nel frattempo ne sono successe di cose!
-Il Nano innanzitutto sta benone, lo abbiamo messo di controllo alla radio, è molto bravo.
-Nico è arrivato e, da bravo inge, è da 3 giorni al lavoro per apportare migliorie al camper. In questo preciso momento è alle prese con il tavolino estraibile che ha una vite di blocco troppo lunga e quindi scomoda per i commensali. Non so chi dei 2 stia vincendo, io sono uscita dal caper con discrezione lasciando il campo libero. Ora si odono orribili rumori meccanici. La lotta sarà dura.
-Ste e Matteo si sono dati ad una ricerca spasmodica tendente al patologico della gnocca svedese.
- I branchi di gnocca svedese stanno invece migrando verso nord, insieme agli alci ed ai caribù. Durante la migrazione estiva i branchi di gnocca svedese marciano a ritmo serrato verso nord, per non farsi sorprendere dai temibili 25°C con sole e, per fare ciò si lasciano alle spalle gli esemplari più debolucci e bruttini, i così detti “rozzi”. Il risultato è che per ora nelle tende di Ste e di Matteo non c’è stato proprio un gran viavai. Dico tende perchè loro, pensando in un arrivo ritardato dell’estate, hanno ritenuto opportuno portarsi 2 alloggi separati e distinti che permettessero ad entrambi lo studio della specie “gnoccus swedium” contemporaneamente.
-Il metereologo, che chiaramente è babbo natale, se riesco vi manderò una foto, è accompagnato nelle sue previsioni da una metereologa, che hiaramente non ne ha un’idea. Il risultato è che il primo giorno di prova dovevano esserci basi cumulo “da 900 a 1800m”. Non male come margine d’errore... effettivamente c’hanno preso, le basi sono rimaste sempre a 900m, solo che in più si sono alzati 35km/h di vento. Il primo lato del percorso naturalmente era controvento. Non finiva mai. Salita in termica, planata: toh,un lago... Ri salita e ri planata: un altro lago, ma va te, somiglia a quello di prima. Altra salita e altra planata: ma sembrano veramente tutti uguali sti laghi i Svezia. Poi guardo l’lx (il computerino di bordo) e mi accorgo di essere a 18km dal pilone (punto da raggiungere)... esattamente come 30 minuti proima. Meraviglioso. Qui entra poi in campo l’esperienza del pilota. Quelle saggie e navigate (non nel senso di donne navigate eh, dico navigate nel senso di volo...) hanno pensato “beh, oggi è giorno di prova, che cavolo vado a rischiare di far fuoricampo con una meteo così??”. Quelle sceme invece hanno pensato “...” o meglio non hanno pensato e sono andate avanti. E hanno fatto fuoricampo anche perchè, c’è da dire che le termiche che da previsione dovevano esserci fino alle 18-19, sono finite alle 16... ma si! Dettagli del tutto irrilevanti.
Il giorno dopo i meteo hanno previsto base cumuni a 1600. Non si è mai saliti sopra i 1200m e fino a 44 all’ora di vento. Un bell’andare insomma.
Ma il meglio sono le meteo per domani, primo giorno di gara, ci sono 2 opzioni: o basi cumulo da 1000 a 1200 oppure, opzione 2, da 1600m a 1800. Ma almeno abbiamo la certezza che non saranno tra i 1200 ed i 1600 no?? Eh!
-Le russe in campeggio girano con una vita alta da far spavento.
-Le ceche continuano a sbattere contro a tutto.

Che altro c’è da raccontare?? Due giorni fa io, Ste e Matteo siamo andati in riva ad un laghetto che c’è qui vicino all’aeroporto pensando di poter fare un bagno, guardo in basso e cosa vedo?? 3 bei biscioni lunghi un metro (l’uno, non uno dietro l’altro) a 2 metri da me a prendere il sole, con il loro bravo ombrellone ed il telo da spiaggia. Vedendo quindo che la discesa all’acqua era occupata abbiamo deciso di rimandare il bagno a data da definirsi.

Beh, insomma, aspettiamo trepidanti l’indomani, primo giorno di gara, sperando nella previsione meteo numero 2. Ora vado a portare il Nano a fare un giro e a vedere se incontra un paio di nane svedesi dalla coscia lunga. Saluti a tuuuuttiiiiii!

sabato 11 giugno 2011

Radio baccalà, puntata seconda: laviamoci.

Eccoci in capeggio, finalmente si prende confidenza. Il biroccio viene sganciato al suo posto, il tanfanario viene parcheggiato e collegato alla corrente ed il nano posizionato. È mezzanotte e c’è ancora chiarore fuori. Decido che è giunto il momento di una doccia. Il rapporto con le mie ascelle sta diventando impegnativo, è vero che durante il viaggio mi hanno tenuta sveglia perchè appena la testa cominciava a cionolare per il sonno e si abbassava pe un attimo mi risvegliavo di botto con un “OMMIODDIO, che è???”. Beh, insomma, dovevo fare qualcosa... e così o deciso di lavarmi. Bell’idea. Allora, la doccia funziona così: monorubinetto che regola solo l’aperto-chiuso. Le doccie sono 4, 2 collegate ad una caldaia direttamente e 2 all’altra. Il punto è che per regolare la temperatura di ciascuna doccia ci vuole un dj che stia alla manopola della caldaia e la regoli a seconda dell’apertura-chiusura delle 2 doccie collegate assieme e della relativa temperatura segnata dagli urli delle gentildonzelle che si stanno lavando. L’abilità del dj sta nel saper distinguere gli urli da caldo da quelli da freddo e capire da quale delle 4 doccie provengano, se dalle 2 di sua competenza o meno.
Piccolo altro dettaglio, l’acqua delle doccie è quella del pozzo, arricchita del sapore ferrugginoso preso su dalle tubature. Pesce+ferro, un pasto completo insomma, solo che alla fine puzzi più che all’inizio.
Non so più se mi laverò per togliermi l’odore da volo di dosso o se volerò per togliermi l’odore di doccia di dosso.

Quando vado a letto all’una comincia ad esserci chiarore verso est. Mi sono già bruciata le ore di buio.


Buona penombra a tutti cari amici di radio Baccalà!

Penombra si, di penombra si parla, non in quanto obra fallica ma bensì a causa del chiarore permanente che quì c’è dalle 23 alle 5.
Ora i più intelligenti di voi (si, è una gara dura...) cominceranno a capir
e... baccalà.... chiarore notturno... ebbene si signori, siamo nella terra degli alci e degli abeti, dei grandi laghi e delle piccole (piccolissime ma incazzatissime) zanzare, nella terra delle supergnocche bionde e delle saune.

Si signori, sono proprio dove immaginate. In Portogallo!

Bene, partiamo dall’incomincio.
Siamo partiti io ed il Nano da ferrara con camper e carrello e ci siamo macinati tutta la strada da soli per arrivare qua (2000km circa più o meno).
Il fatto che nessuno abbia voluto venire con noi per il viaggio è per colpa di Na

no, non mia, perchè oramai è risaputo che è un po’ impegnativo da sopportare per le lunghr percorrenze. Non che non sia educato, per carità, è solo che quando si impunta è un disastro (anche se è piccolo e di conseguenza il braccio di leva limitato). Fatto sta che in Gremania, all’altezza di Monaco ha cominciato a chiedere di fermarsi per la prima birra, va bene gli ho detto, una birra non è certo un problema. Solo che dopo la prima ha cominciato ad insistere per una seconda, e per una terza. E poi vuole fermarsi a far pipì. (Nano è piccolo, ha una capienza di vescica molto limitata quindi il numero di pisciate pro litro di birra è spaventosamente alto). Fatto sta che è stato tutto un fermarci, poi io mi sono arrabbiata e gli ho detto che così il viaggio non poteva andare avanti. 15 soste in 70 km non erano sostenibili per pensare di arrivare ad Arboga prima della fine dei mondiali. Così gli ho detto che se non avesse smesso immediatamente di bere lo avrei lasciato in balia di un camionista tedesco. Lui se l’è presa ed è rimas

to zitto per il resto del viaggio. In fondo non ci ho perso molto. Sempre a parlare di quella donna, e dei suoi stupidi sei amichetti tappi. Poi è di uno scurrile che non ci si sta dietro. Poco fa eravamo in autorill gli è scivolata la zappa che si porta sempre appresso (poi dicono delle donne e delle borsette...) e gli è caduta. Manco si fosse rotto qualcosa. Ne ha sparata una da 15 parole che persino il camionista in coda davanti a noi è arrossito ed una signora di mezza età è uscita dal negozio urlando di chiamare un esorcista.

Ma a parte questo Nano è un bravo compagno di viaggio. Mangia poco e occupa poco spazio. Insomma insieme io e nano decidiamo di tirare il viaggio (è soprattutto lui che spinge per questa opzione), di guidarci il tanfanario (camper) ed il biroccio (carrello) per 15 ore al giorno per arrivare in 2 giorni anzichè 3 ed avere così un giorno in più di prova di volo. Evvai. Infatti siamo arrivati ieri notte, con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia. Oggi ha piovuto. Stupido Nano.