giovedì 27 giugno 2013

Radio escargot, prima puntata

Buon giorno cari amici ascoltatori di radio esotiche!

Ecco a voi la prima puntata di Radio Escargot (la t non si pronuncia eh, mi raccomando, solo escargo- le ultime lettere i francesi le usano solo per far volume di testo, tipo quando devi scrivere il tema alle superiori che devi riempire almeno  tre colonne… e allora scrivi largo, fai tanti punto a capo… ecco, questi aggiungono una lettera ad ogni parola, tanto poi mica la pronunciano. E li hai voglia se aumenta la quantità di testo! Geniale!).

Comunque… Radio Escargo(t) dicevamo, per allietarvi con tutta la sua molluscosità!
Inizio trasmissioni in data 24.6

Dunque. La squadra al quasi completo è arrivata ieri sera ad Issoudun, in Francia (per chi non lo avesse già intuito dal nome della radio…). Lo sbarco in aeroporto ha visto: una Margot con Giorgino con camper e carrello, una nEna con Federico con secondo camper e secondo carrello, e Laura con macchina.
Manca ahimè all’appello Paolina, che ha pensato di fare il trucco del fazzoletto (sapete quello che fanno gli illusionisti?? Quello che si infilano il fazzoletto in un orecchio e lo tirano fuori dall’altro che sembra passi attraverso il capino? Ecco, quello..) però senza trucco, realmente. Ora dunque, oltre riuscire a far vedere la luce da parte a parte se si infila bene con il sole, è atterrata (nel senso di “costretta a terra”) a forza fino a che non si risistema il tutto. L

Va ben… cioè, no, non va bene, ma andiamo oltre…. Arrivati sotto una leggera pioggerella, staccati carrelli e via a cena per sfamare il popolo affamato! Avremmo volentieri mangiato brioches, come qualcuno aveva suggerito qualche secolo fa, ma a anche in questo caso erano finite e abbiamo dovuto accontentarci con altro. E dove si mangia in Francia alle 10 di sera? Ma al McDonald, che domande! Margot si è esibita in un doppio axel in entrata, na roba da far invidia alla Carolina Kostner, su di un pavimento unto che la metà bastava. Ma unto di un unto omogeneo eh, mica la chiazza. Sparso uniformemente. Se non stavi in fila con i piedi ben vicini l’uno all’altro, li sentivi che pian piano scivolavano lateralmente fino al raggiungimento di una magnifica spaccata frontale.
Una volta sazi via a letto! Un freddo porcello!!!

Il primo giorno è passato senza particolari novità… sistema il camper… pianta la tenda… sbarca tutto… insomma, il cielo coperto non ci ha fatto volare ma abbiamo sistemato tutto in un angolo splendido del campeggio.

Il secondo giorno voletto per me, Margot che oramai è di casa qua è rimasta in polleg a terra.
L’aeroporto qua è abnorme! 3 piste che si incrociano! Ma robe immense! E poi il casino è trovarle dall’alto perché qua tutto e verde, tutti i campi sembrano aeroporti! Solo con il piccolo problema dello sfalcio… Purtroppo qua è piovuto un casino ultimamente, quindi è cresciuto tutto e non è stato tagliato nulla. Dunque, per atterrare si può scegliere: grano (alto 50 cm), orzo (sempre 50 cm), colza (60 cm ma con il fusto legnoso...) piselli (niente battute sul fatto che ci siano campi di piselli ai mondiali femminili… sono comunque inutili! Alti 40 cm ma di una densità scandalosa. Ma che non ci riesci nemmeno a camminare in mezzo! Fanno tipo effetto velcro dalla parte ruvida. Se ci entri dentro con qualcosa di velcroso dalla parte morbida non ne esci mica più! Ci sono contadini che sono stati ritrovati disseccati solo dopo la mietitura per il semplice fatto che erano entrati con le strip delle scarpe aperte e si sono incollati li! Comunque, digressioni a parte, inutilizzabili), avena (60 cm), girasoli (varabili dai 10 ai 50 cm), erba medica (poca e da sopra identica ai piselli…) e qualche aratino, ma pochi. E voi direte, “azz quanto ne sa di vegetazione questa…”. Dunque, premetto che se fosse per me non saprei nemmeno distinguere le bietole dai ravanelli, e d'altronde sono figlia di una che un giorno chiese  guardando con l’occhio sbarrato un campo di bietole “ma cosa ci faranno con tutta quell’insalata?” (scusa mamma, ma è giusto che il mondo sappia…). Potete ben capire che con i geni non si scherza… e quindi c’è ben poco da fare.
Ma grazie a dio Federico ne sa di colture e mi tiene aggiornata sulla crescita della vegetazione (oltre che dirmi cosa è cosa).

Il secondo giorno, ovvero oggi, ovvero il 26, tanto per partire rilassati in un giorno di prova ci sparano un tema da 350 km in club… e via per aria! La prima termica è stato un 3 di medio. Che chiaramente poi non s’è fatto più vedere per il resto del volo.
Su faceva un freddo cane! Doppio calzino di lana per me, e non bastava! Non che a terra i 18 °C fossero poi tanti… ma a 1500 ce ne erano 2!

Un volo bello tosto comunque, tanti cumulus ma moltissimi cumulus menga (di quelli che non funzionano per i non addetti ai lavori!). Ne io ne Margot abbiamo chiuso il tema. Margot ha avuto problemi con i netta moscerini che non volevano uscire. Io gliel’ho detto che se non se la sentivano non era il caso di forzarli, che quando uno non se la sente non va bene insistere. In fondo sono ancora giovani… magari tra un paio d’anni cominceranno a farsi il giro di amici ed uscire, ma non c’è fretta per queste cose, che poi magari si fanno il giro sbagliato, cominciano a frequentare brutte compagnie e poi è fatta! Nonò, c’è un tempo per tutto.
Ahhh… e poi per radio abbiamo avuto uno sfoggio di simpatia francese. Dato che le frequenze sono divise per nazione in gara, noi dovevamo essere con UK e USA e basta. Invece a metà volo cominciano a sentirsi dei mangialumache , che tra l’altro entravano in radio ad un volume altissimo, con la stessa prepotenza dell’odore del camembert quando apri il frigo (a questo punto è chiaramente un difetto francese). Dicevamo, questi cominciano a fare del cinema sulla nostra frequenza, così gli chiediamo cortesemente di zittirsi, chiaramente in inglese.
Questi non fanno una grinza, allora penso…. È chiaro, son francesi, se non gli parli in francese questi non ti fumano nemmeno… e così, dopo la terza volta che provo senza successo con l’inglese, sfoggio tutto il mio francese con un:  “escargot, baguette camembert! Abat jour s’il vous plait!”. Non funziona. Questi inspiegabilmente continuano a far casino. Non contenti di ciò, decidono anche di fare i simpatici, capiscono che siamo italiani ed in uno sprizzo di originalità estroversa ci chiedono “un petit peut de PASTA s’il vous plait!”.
Ma che forti, pensa a tè. Carini no? Tipo “italia, pizza, spaghetti e mandolino” (in realtà quando sono stata in germania era diventato “ahh, italia.. Pizza, spaghetti e Berlusconi!!!” e non sto scherzando!) Ma io dico, ma noi quando andiamo all’estero e vediamo un tedesco gli diciamo “ahhhh, germania… Krauti, wrustel e sandali-con-le-calze-beige-sotto!”?? No, non lo si fa, per educazione. Come ad un giappo non gli vai a dire “sushi, sake e fukushima”. Non è carino, ed in ogni caso non si scherza sulle catastrofi altrui. Passi pure per una robetta come una centrale nucleare, ma su Berlusconi no eh!
Comunque se qualcuno che sa il francese mi potrebbe cortesemente tradurre la seguente frase: “caro amico, quando avrai imparato a lavarti con acqua e sapone le tue francesissime terga, allora potrai prendermi in giro sul cibo. Amen.” Nel caso questi si facessero vivi ancora.

Mah. Adesso comunque devo lasciare il pc al pinguino qui seduto accanto a me. Deve scrivere ai familiari di raggiungerlo qui per sfuggire all’afosa estate artica!
Ciao a tutti! E mi raccomando, restate in ascolto!