domenica 19 giugno 2011

quarta puntata


Eccoi di nuovo in onda signori, non ho scritto per un po’ perchè qui ci sono state giornate toste di gara, non gara e previsioni meteo.

Riassumendo quello che è successo nei primi giorni:
Giorno number one, dopo che la previsione meteo del giorno prima (anzi, LE previsioni meteo del giorno prima) avevano assicurato che non ci sarebbero stat
i cumuli con base tra i 1400 ed i 1600 il bollettino meteo della mattina stessa assicura basi a 1500m. Beh, se è così non ci si lamenta no? E invece si che ci si lamenta perchè ci sparano per aria alle 11.15 con le basi a 700m. Perfetto. TUTTA la club (perchè tanto noi siamo leggeri....) e via che si parte appena le basi arrivano a 900, perchè più su non vanno. Assicuro a tutti che volare con 30km di vento (perchè c’era anche vento...), basi 900m e uno sperverso di alberi sotto non è una meraviglia in ogni caso, solo che in più c’erano anche scrosci d’acqua in giro... che bellezza...Il volo è stato uno schifo, ma il meglio è stato l’atterraggio. Per fortua decido di atterrare in erba e non in asfalto. Tocco terra, rullo per 30 metri. Sgnaaaaaaackkk! Sento l’aliante che inchioda, talmente tanto che nonostante la cloches fosse tutta indietro la pancia davanti tocca l’erba, poi si ferma e e... tong, la pancia si ri alza e la coda sbatte in terra. Che cavolo è successo?? Beh, non importa, al momento ho l’aliante fermo perfettamente al centro della pista nel bel mezzo degli arrivi. Scendo pre spingere, fermo. Arriva Nico, spingiamo in due, inchiodato. Mah, si sarà rotta la molla che tiene chiuse le ganasce dei freni?? Somma, finalemte in 4 riusciamo a spingere l’aliante fuori, troviamo qualcosa per alzarlo e ci mettiamo a smontare la ruota.

Togliamo il perno centrale e tlang! Il mozzo fa un rumore strano e sputa fuoeri 2 bulloni, senza che nessuno li abbia svitati. Poi guardiamo meglio, non erano 2 bulloni ma 2 mezzi bulloni con i relativi dadi (Star, il brodo di verdure come lo fa la mamma). Meraviglia. In pretica il mozzo si era sbriciolato, polverizzato, sublimato e i bulloni dentro tranciati a metà. Beeeeeeeene.... Beh, potrebbe esser peggio, potrebbe piovere. Incomincia a piovere. Disperati andiamo dai crucchi, che hanno tutto di ricambio per tutti gli alianti. Però krukki afere solo pracci del karrello ti rikampio, e kamere t’aria, e kanasce freni, e cloches, e altaus, e kafo freno, e kuler, e fusoliera, e ala destra ti libbelle, e piano ti kota di ka6, e ci tispiace tnto ma keine ruota ti ricampio. Ok, capito, molto gentili comunque. Insomma, morale della favola un tipo che vola qua con ls1-f ha detto che potevamo prendere la sua ruota fino a che non ci arrivava quella nuova.Io a questo gli devo fare un monumento.

Giorno nuber two: la meteo non mi ricordo nemmeno cosa dicesse, tantooramai chi l’ascolta più? La club viene di nuovo sparata su con sgancio in base cumulo a 700m. Cielo totalmente coperto, e qui parte il ravanamento pre decollo. Due ore a termicare tra i 400 ed i 700, un casino di alianti tutti assieme. Siamo partite tutte assieme ed arrivate tutte assieme che più branco non si poteva. Però al briefing siamo riusciti a fare la foto al meteoman che, per comodità, affianco a quella del nano. Ora trovate le 10 differenze...

Il giorno dopo piove, e piove, e piove. Così andiamo a farci un giro ad Orebro.

Ma veniamo a ieri! Intanto devo dire che sono moooolto orgogliosa perchè tutti in pista si fermano a fotografare il gelcoat dell’LS1 con aria stupita ed un misto di rispetto e timore, nessuno lo tocca.
La ragazza danese che vola sul BC mi ha detto che devo cancellare la f dalla scritta in fusolira e farlo diventare un LS1-s e s sta per Shark skin. Lei infatti ha capito che le faglie che ci sono nel gelcoat non sono dovute all’usura ed al tempo ma sono il risultato di un lavoro di cutter meticoloso a seguito di un attentissimo studio di fluidodinamica comparata. Gli squali infatti hanno la pelle ruvida e questa rugosità gli permette in qualche modo di avere meno attrito con l’acuqa. Lo stesso per l’aliante, tutto calcolato! Quidi da ora in poi lo chiameremo LS1-s.
Che altro dire, la giornata poi è andata benone, a parte che hanno cannato di nuovo le previsioni e ci hanno mandato su alle 12.45 con il task C (sissignori, ci hanno ripensato ben 3 volte!) anche se alle 11 le basi erano già a 1000m. Temino di 150km. I cumuli sono rimasti fino alle 8 di sera. Ma non importa perchè per oggi avevano mezzo annunciato un no task, così si siamo dati alla vita di Arboga by night. L’unico locale della ridente cittadina, che peraltro smercia mojito in bicchiere piccolo alla modica cifra di 9 neuri, voleva essere un luogo pretenzioso e mezzo discoteca ma era un pacco, dopo 45 minuti siamo uscit! (E abbiamo scoperto che per entrare dopo le 23 biognava anche mollaergli altri 9 neuri. Ma siamo fuori???) Per fortuna nel parchetto in front of era stato allestito un palco dove di ballava musica del calibro di vamos ala plaja e i like the way you move... che sballo signori. In più abbiamo scoperto che quando distribuivano il buon gusto gli svedesi probabilmente erano impegnati a sbadilare la neve dal vialetto di casa e quindi c’erano delle balenottere con minigonna super corta (o forse era solo la cintura??) e canottierina che sfidavano i ghiacci (in fondo c’erano 13°C...) ballando infoiatissime. In più probabilmente la popolazione svedese ha avuto degli screzi nelle ere passate con la corporazione dei parrucchieri. Ne sono scaturiti tagli e colori di capelli da paura. Ma veramente da spavento. Roba che a dar le forbici in mano ad un ingegnere è capace di tirar fuori qualcosa di più plausibile!
Ma roba da matti. Naturalmente i 2 infoiatissimi, di cui non facciamo i nomi, non se ne sono portate in tenda tantissime di topolone...

E oggi siamo qua... in camper, sotto l’acqua e non ci si riesce a muovere perchè ieri abbiamo fatto la lavatrice perchè avevamo finito le mutande pulite, e quindi la roba che era a stendere fuori ora è a stendere dentro in camper, appesa ad altezza testa.

martedì 14 giugno 2011

Ri buon giorno fedeli amici ascoltatori. È da ben 3 giorni che la radio non va in onda e nel frattempo ne sono successe di cose!
-Il Nano innanzitutto sta benone, lo abbiamo messo di controllo alla radio, è molto bravo.
-Nico è arrivato e, da bravo inge, è da 3 giorni al lavoro per apportare migliorie al camper. In questo preciso momento è alle prese con il tavolino estraibile che ha una vite di blocco troppo lunga e quindi scomoda per i commensali. Non so chi dei 2 stia vincendo, io sono uscita dal caper con discrezione lasciando il campo libero. Ora si odono orribili rumori meccanici. La lotta sarà dura.
-Ste e Matteo si sono dati ad una ricerca spasmodica tendente al patologico della gnocca svedese.
- I branchi di gnocca svedese stanno invece migrando verso nord, insieme agli alci ed ai caribù. Durante la migrazione estiva i branchi di gnocca svedese marciano a ritmo serrato verso nord, per non farsi sorprendere dai temibili 25°C con sole e, per fare ciò si lasciano alle spalle gli esemplari più debolucci e bruttini, i così detti “rozzi”. Il risultato è che per ora nelle tende di Ste e di Matteo non c’è stato proprio un gran viavai. Dico tende perchè loro, pensando in un arrivo ritardato dell’estate, hanno ritenuto opportuno portarsi 2 alloggi separati e distinti che permettessero ad entrambi lo studio della specie “gnoccus swedium” contemporaneamente.
-Il metereologo, che chiaramente è babbo natale, se riesco vi manderò una foto, è accompagnato nelle sue previsioni da una metereologa, che hiaramente non ne ha un’idea. Il risultato è che il primo giorno di prova dovevano esserci basi cumulo “da 900 a 1800m”. Non male come margine d’errore... effettivamente c’hanno preso, le basi sono rimaste sempre a 900m, solo che in più si sono alzati 35km/h di vento. Il primo lato del percorso naturalmente era controvento. Non finiva mai. Salita in termica, planata: toh,un lago... Ri salita e ri planata: un altro lago, ma va te, somiglia a quello di prima. Altra salita e altra planata: ma sembrano veramente tutti uguali sti laghi i Svezia. Poi guardo l’lx (il computerino di bordo) e mi accorgo di essere a 18km dal pilone (punto da raggiungere)... esattamente come 30 minuti proima. Meraviglioso. Qui entra poi in campo l’esperienza del pilota. Quelle saggie e navigate (non nel senso di donne navigate eh, dico navigate nel senso di volo...) hanno pensato “beh, oggi è giorno di prova, che cavolo vado a rischiare di far fuoricampo con una meteo così??”. Quelle sceme invece hanno pensato “...” o meglio non hanno pensato e sono andate avanti. E hanno fatto fuoricampo anche perchè, c’è da dire che le termiche che da previsione dovevano esserci fino alle 18-19, sono finite alle 16... ma si! Dettagli del tutto irrilevanti.
Il giorno dopo i meteo hanno previsto base cumuni a 1600. Non si è mai saliti sopra i 1200m e fino a 44 all’ora di vento. Un bell’andare insomma.
Ma il meglio sono le meteo per domani, primo giorno di gara, ci sono 2 opzioni: o basi cumulo da 1000 a 1200 oppure, opzione 2, da 1600m a 1800. Ma almeno abbiamo la certezza che non saranno tra i 1200 ed i 1600 no?? Eh!
-Le russe in campeggio girano con una vita alta da far spavento.
-Le ceche continuano a sbattere contro a tutto.

Che altro c’è da raccontare?? Due giorni fa io, Ste e Matteo siamo andati in riva ad un laghetto che c’è qui vicino all’aeroporto pensando di poter fare un bagno, guardo in basso e cosa vedo?? 3 bei biscioni lunghi un metro (l’uno, non uno dietro l’altro) a 2 metri da me a prendere il sole, con il loro bravo ombrellone ed il telo da spiaggia. Vedendo quindo che la discesa all’acqua era occupata abbiamo deciso di rimandare il bagno a data da definirsi.

Beh, insomma, aspettiamo trepidanti l’indomani, primo giorno di gara, sperando nella previsione meteo numero 2. Ora vado a portare il Nano a fare un giro e a vedere se incontra un paio di nane svedesi dalla coscia lunga. Saluti a tuuuuttiiiiii!

sabato 11 giugno 2011

Radio baccalà, puntata seconda: laviamoci.

Eccoci in capeggio, finalmente si prende confidenza. Il biroccio viene sganciato al suo posto, il tanfanario viene parcheggiato e collegato alla corrente ed il nano posizionato. È mezzanotte e c’è ancora chiarore fuori. Decido che è giunto il momento di una doccia. Il rapporto con le mie ascelle sta diventando impegnativo, è vero che durante il viaggio mi hanno tenuta sveglia perchè appena la testa cominciava a cionolare per il sonno e si abbassava pe un attimo mi risvegliavo di botto con un “OMMIODDIO, che è???”. Beh, insomma, dovevo fare qualcosa... e così o deciso di lavarmi. Bell’idea. Allora, la doccia funziona così: monorubinetto che regola solo l’aperto-chiuso. Le doccie sono 4, 2 collegate ad una caldaia direttamente e 2 all’altra. Il punto è che per regolare la temperatura di ciascuna doccia ci vuole un dj che stia alla manopola della caldaia e la regoli a seconda dell’apertura-chiusura delle 2 doccie collegate assieme e della relativa temperatura segnata dagli urli delle gentildonzelle che si stanno lavando. L’abilità del dj sta nel saper distinguere gli urli da caldo da quelli da freddo e capire da quale delle 4 doccie provengano, se dalle 2 di sua competenza o meno.
Piccolo altro dettaglio, l’acqua delle doccie è quella del pozzo, arricchita del sapore ferrugginoso preso su dalle tubature. Pesce+ferro, un pasto completo insomma, solo che alla fine puzzi più che all’inizio.
Non so più se mi laverò per togliermi l’odore da volo di dosso o se volerò per togliermi l’odore di doccia di dosso.

Quando vado a letto all’una comincia ad esserci chiarore verso est. Mi sono già bruciata le ore di buio.


Buona penombra a tutti cari amici di radio Baccalà!

Penombra si, di penombra si parla, non in quanto obra fallica ma bensì a causa del chiarore permanente che quì c’è dalle 23 alle 5.
Ora i più intelligenti di voi (si, è una gara dura...) cominceranno a capir
e... baccalà.... chiarore notturno... ebbene si signori, siamo nella terra degli alci e degli abeti, dei grandi laghi e delle piccole (piccolissime ma incazzatissime) zanzare, nella terra delle supergnocche bionde e delle saune.

Si signori, sono proprio dove immaginate. In Portogallo!

Bene, partiamo dall’incomincio.
Siamo partiti io ed il Nano da ferrara con camper e carrello e ci siamo macinati tutta la strada da soli per arrivare qua (2000km circa più o meno).
Il fatto che nessuno abbia voluto venire con noi per il viaggio è per colpa di Na

no, non mia, perchè oramai è risaputo che è un po’ impegnativo da sopportare per le lunghr percorrenze. Non che non sia educato, per carità, è solo che quando si impunta è un disastro (anche se è piccolo e di conseguenza il braccio di leva limitato). Fatto sta che in Gremania, all’altezza di Monaco ha cominciato a chiedere di fermarsi per la prima birra, va bene gli ho detto, una birra non è certo un problema. Solo che dopo la prima ha cominciato ad insistere per una seconda, e per una terza. E poi vuole fermarsi a far pipì. (Nano è piccolo, ha una capienza di vescica molto limitata quindi il numero di pisciate pro litro di birra è spaventosamente alto). Fatto sta che è stato tutto un fermarci, poi io mi sono arrabbiata e gli ho detto che così il viaggio non poteva andare avanti. 15 soste in 70 km non erano sostenibili per pensare di arrivare ad Arboga prima della fine dei mondiali. Così gli ho detto che se non avesse smesso immediatamente di bere lo avrei lasciato in balia di un camionista tedesco. Lui se l’è presa ed è rimas

to zitto per il resto del viaggio. In fondo non ci ho perso molto. Sempre a parlare di quella donna, e dei suoi stupidi sei amichetti tappi. Poi è di uno scurrile che non ci si sta dietro. Poco fa eravamo in autorill gli è scivolata la zappa che si porta sempre appresso (poi dicono delle donne e delle borsette...) e gli è caduta. Manco si fosse rotto qualcosa. Ne ha sparata una da 15 parole che persino il camionista in coda davanti a noi è arrossito ed una signora di mezza età è uscita dal negozio urlando di chiamare un esorcista.

Ma a parte questo Nano è un bravo compagno di viaggio. Mangia poco e occupa poco spazio. Insomma insieme io e nano decidiamo di tirare il viaggio (è soprattutto lui che spinge per questa opzione), di guidarci il tanfanario (camper) ed il biroccio (carrello) per 15 ore al giorno per arrivare in 2 giorni anzichè 3 ed avere così un giorno in più di prova di volo. Evvai. Infatti siamo arrivati ieri notte, con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia. Oggi ha piovuto. Stupido Nano.

domenica 6 dicembre 2009

Radio Tango


Buon giorno a tutti amici ascoltatori, qui è RadioTango che vi scrive, da oltreoceano.

La Radio infatti è in trasferta in zone dai climi caldi per fare essiccare la muffe ed i funghi cresciuti sui mixer negli ultimi 2 mesi.

Sto scrivendo svaccata su un letto dopo un'abbuffata co

smica di carne,sono le 11 di sera, li da voi sono le 3 di notte. Se siete avanti!

Ma cosa è successo nelle ultime 36 ore? Cosa ha portato

i nostri eroi ad avventurarsi nelle lontane americhe in quel di

novembre? Beh, qui ci sono 25 °C e il sole. Mi sembra abbastanza no?

Comunque partiamo dall'incomincio.

Prefazione:

La """squadra juniores""" italiana di volo a vela, composta dai migliori individui selezionati a seguito di svariate e difficili prove, ha ricevuto un finanziamento da parte del’Aeroclub d’Italia per un allenamento. Dato che la notizia è arrivata a fine estate ci siamo trovati COSTRETTI AD ANDARE NELL'EMISFERO SUD.

La vita si sa, è fatta di scelte difficili... lascio dello spazio vuoto per tutti i gelosi (volovelisti e persone normali) che i stanno mandando dei cancheri.

Bene, torniamo quindi alla sera del 10 novembre, ore 9 in pacca quando NicoIca (si scrivono insieme dato che si muovono sempre in branco ed è praticamente impossibile trovare uno senza l'altro/a) ed io ci imbarchiamo sul volo Alitalia Bologna-Roma.


Per la prima volta salgo su un aereo di linea con un paracadute (si, ci siamo dovuti postare dietro i nostri), per altro totalmente inutile dato che è nella stiva. Ma mi fa piacere pensare che in caso di problemi una giovane valigia con famiglia a casa possa salvarsi utilizzando il mio paracadute che le giace accanto nel bagagliaio.

Nella grande capitale ci uniamo con l'altra parte del gruppo: il Generale e Claudio.

Il Generale sfoggia il suo passaporto svizzero con copertina di velluto rossa, moooolto in.

Ci imbarchiamo sul Roma-Buenos Aires. Risultato del volo positivo: intascati 3 pacchetti di ckackers, 1 di salatini e 3 tovagliolini per me che ho il raffreddore e devo soffiarmi il naso ogni 10 secondi.

Arriviamo a Buenos Aires e siamo oramai rachitici dopo 14 ore di volo durante le quali nessuno ha dormito perché Claudio ha russato come un facocero per tutto il tempo.

Ci appropinquiamo alla zona bagagli dell'aeroporto pensando verso quali meravigliosi posti esotici si stiano dirigendo ora le nostre valige.

Incredibilmente le valige arrivano; niente paura, le prederemo al ritorno.

Sguinzagliamo NicoIca alla ricerca della compagnia di taxi più economica per arrivare a Junìn (che non si legge “giunin” ma #nin, dove # sta per la C con sputacciamento che piace tanto ai crucchi). Troviamo un taxi con bagagliaio abbastanza grande per tutti i nostri bagagli (soprattutto quelli di Claudio che sono imponenti a causa della grande quantità di scarpe da tango che si è portato dietro).

Ci guardiamo in faccia un secondo prima di salire sul taxi: noi 5 + taxista = 6.

Ningun problema, 4 possono stare dietro insieme, sono solo 300 km da Buenos Aires a Junìn!

Così partiamo, el Hombre del taxi ci allieta il viaggio con interessanti digressioni sulla politica argentina mentre ci trasporta incredibilmente incolumi attraverso le vie della capitale. Una guida da pauuuuuuuuuuuuuuuura (con la u chiusa), degna del miglior napoletano, sorpassa indifferentemente a destra, a sinistra e, se c’è spazio, anche sotto.

Nel frattempo abbiamo modo di ammirare un parco macchine non da poco, tutte a carbone a giudicare dagli scarichi… Ma il meglio sono i BUS, no, gli OMNIBUS, in pratica qui in Agentina non ci sono più treni a causa di un piccolo incidente diplomatico. Un giorno la signora Paula, fida domestica nella reggia del Presidente argentino, scoprì sua Signoria a giocare al giuoco del “baccepandon” con una dama che senz’ombra di dubbio non era la prima donna. Dopo un primo momento di smarrimento il Presidente si ricompose, la dama pure, e rimasero a guardare come fave abbrustolite la domestica che li aveva sorpresi proprio durante il momento clou del gioco. La signora Paula, il cui marito guidava il bus come primo impiego ed il cui figlio guidava una slitta trainata da cani in Antartide, decise di trarre profitto dalla situazione e minacciò il Presidente dicendo che avrebbe reso pubblica la faccenda se lui non avesse provveduto a far diventare ricchi lei e la sua famiglia. Detto fatto, il giorno seguente il Presidente decretò che i treni erano assolutamente immorali ed anticostituzionali. Gonzalo, il marito della signora Paula, venne promosso a direttore della nascente industria di trasporti che vantava nuovi bus e slitte da neve con mute di husky. Purtroppo le cose non andarono come previsto: le nevicate diminuirono in città, le slitte si bloccarono e gli husky si sciolsero. Infine il signor Gonzalo tirò le cuoia dopo 3 mesi a causa di un’indigestione di tampelloni e quindi, dopo aver comprato la prima partita di autobus, nessuno si è più preoccupato di cambiarli. Questa piacevole digressione spiega il motivo per cui tutti gli autobus sono dei Mercedes dell’anteguerra che cadono a pezzi.

Comunque sia: arriviamo a Junìn dopo una breve pausa pranzo-abbuffata lungo la strada in un localetto tipico (quattro assi inchiodati con un telo tirato sopra e un’enorme barbecue a lato strada).

A Junin congediamo il taxista che nel frattempo aveva tentato di addormentarsi un paio di volte lungo la strada. Entriamo in possesso dei nostri alianti: uno Jantar 2 per me, uno Jantar per Claudio ed un Cirrus per Nico. Strumentazione mooooooooooooooooolto essenziale.

Carrelli fenomenali. Allora, quelli di Caludio e di Nico sono 2 di quei carrelli universali, quelli scoperti che vanno quasi bene per tutto ma non vanno bene esattamente per niente. Un divertimento montare e smontare! Il mio non è molto meglio: diciamo che almeno è chiuso, ma per aprirlo c’è una pompa idraulica: 10 minuti a pompare con la levetta per aprire la grande cozza chiamata carrello. *pensiero profondo: deve essere divertente quando bisogna smontare in fretta perché sta arrivando il temporale!*.

Montiamo gli alianti e li picchettiamo spaccando il martello. Ci riteniamo soddisfatti di quanto fatto fin’ora in aeroporto e, dopo parecchi hola-qui e hola-là, andiamo a prendere visione della nostra reggia: 3 piani con piscina e aria condizionata, immersa nella fauna locale.

Mi spiego meglio: i tre piani sono perché la casa è stata costruita alla *organo di riproduzione maschile* quindi ogni stanza è ad un piano diverso. La piscina si crea da sola in bagno ogni volta che si fa la doccia. L’aria condizionata c’è perché il frigo non si chiude (bisogna metterci ogni volta un elastico). La fauna beh, la fauna è composta da: cani randagi fuori, rospi da della stazza di un pollo medio che ti vien voglia di farli ripieni allo spiedo, e da tutte le bestiole che brulicano per casa, in particolare dai ragni pelosi da 4 etti che pascolano in libertà all’interno della bicocca.

Andiamo a fare la spesa e scopriamo che:

- le amache costano solo poche conchiglie (4 neuri) e Nico ne compra una perché nella vita non si può mai sapere…

- il latte viene venduto in sacchetti di plastica e dura 15 giorni anche se c’è scritto che non è a lunga conservazione (cosa cavolo ci fanno???)

- la crema mou è ovunque;

- non ci sono le merendine da volo come le vuole Claudio ( i muffin si sbriciolano troppo e le barrette troppo poco).

Finita la spesa decidiamo di andare a cena, mangiamo altri 4 chili di carne a testa (evviva la gotta!!) e gi accasciamo a letto in attesa dello spuntar del nuovo giorno.

Giorno 12 novembre 2009

Ci svegliamo con le occhiaie che toccano terra dato che nessuno ha dormito a causa di Claudio che ha russato come un lama.

Arriviamo in aeroporto e cominciamo a paciugare con gli strumenti: svita qui, attacca li, collega quello e scollega l’altro e, ma haccavolo, non va… Beh, strano… controlliamo le polarità… … … *##** !!! L’elettricista dell’aliante a quanto pare non ha afferrato bene il concetto che i cavi elettrici hanno colori diversi per un motivo e non per bellezza. In pratica ogni collegamento non ha un maschio e una femmina ma ha due attacchi uguali e scambiabili, ognuno con un maschio ed una femmina. Questi hanno deciso che il nero fa maschio e il rosso no, quindi ad ogni maschio è attaccato il cavo nero e ad ogni femmina il rosso, con il risultato che le polarità sono giuste o invertite a seconda che i giunti sul filo siano in numero pari o dispari… geniale!

Beh, sistemiamo sta faccenda, nastriamo gli alianti schieriamo e via. Volo di controllo.

30 km/h di vento, no cumuli. Decollo io, decolla Claudio e infine Nico. Io ho qualche problemino a tirare dentro il carrello, sai che novità, al quinto tentativo riesco ma mi sbuccio un gomito contro il microfono. Naturalmente non arrivo all’Lx o meglio, ci arrivo ma solo strozzandomi on le cinture (che a quanto pare sono le originali dell’aliante, in canapa, della stessa consistenza dei calzini infangati e sporchi lasciati calcinare al sole. Solo che il calzino dopo un po’, a smanazzarlo, torna molle, le cinghie no).

Ma il meglio è l’inge (Nico)!

Inge: “Nena da Nico mi ricevi?”

Nena: “si Nico, avanti”

Rif (x 10):

I: “Nena da Nico per prova”

N: “avanti Nico”

I: “Claudio mi ricevi?”

Claudio: “Si Nico”

Oh, strano, Nico ha dei problemi con la radio, ma no dai, davvero? Una novità!

C’è da dire che le radio in dotazione non sono delle più prestanti: radio portatili appiccicate al cruscotto.. hummm, che meraviglia, con il risultato che, avendo il volume di trasmissione basso per sentirci tra di noi dobbiamo alzare il volume a manetta, con il piccolo effetto collaterale che poi’ quando parala qualcuno con una radio normale l’altoparlante a momenti scoppia portandosi con se i nostri timpani.

Nel frattempo vediamo la città dall’alto: tanti piccoli quadratini regolari, un’enorme scacchiera: quadrato con case, quadrato con piazza, 3 quadrati con case, un quadrato con piscina, altri 3 quadrati con case…. Tipo Sim city, il giochino per pc che andava 10 anni fa. Solo non c’è il T-rex che ci camminava in mezzo.<--- *citazione colta*

Dopo un’ora di ravanamento io e Claudio atterriamo, ma nessuno de due riesce ad uscire dall’aliante. I comandante se la ghigna di brutto mentre noi facciamo la sauna… il problema è molto semplice: le cappottine degli Jantar non sono incernierate ma si staccano completamente e, ne io ne Plaudo abbiamo la minima idea di come uscire senza fare disastri. Così aspettiamo pazienti che qualcuno ci venga a tirare fuori. Non ridete!

Scendo dall’aliante con la maglietta che fa un odore che stenderebbe un bisonte in corsa. Questo non perché io non mi lavi, ma perché la mente geniale che ha progettato lo Jantar ha pensato che il naso del suddetto sia molto carino senza il buco centrale, e su questo posso dargli ragione, e quindi l’idea di farci un buco per la presa d’aria non gli è passata nemmeno per l’anticamera del cervello!

In pratica quindi lo Jantar ha 2 prese d’aria sotto le ascelle (sotto le ali per intenderci) che buttano direttamente dietro in fusoliera. I rinvii dei comandi di coda quindi sono contentissimi perché stanno belli freschi, il pilota un po’ meno.

Dopo un’altra ora atterra pure Nico.

Smanettiamo ancora con gli strumenti e ricolleghiamo i tubi del vario mio e di Nico in modo che funzionino. Nel frattempo io e Clod ringraziamo moltissimo colui che ha progettato il cruscotto dello Jantar che lo ha pensato per persone con articolazioni anteriori con 5 snodi.

Mentre smanetto sull’aliante mi si avvicina un allegro gruppo di argentini con una strana roba in mano che scopro poi essere il mate. Una mezza zucca, riempita appunto con mate (che è simil tè) ed una cannuccia con unfiltro in fondo. Questi mettono acqua bollente nella zucca e si devono questo tè. La parte folkloristica del tutto è che la zucca, e di conseguenza la cannuccia, pare non appartengano al singolo, ma bensì alla collettività, così che devono tutti dalla stessa cannuccia. Beve uno, beve l’altro, beve il terzo, io intanto guardo e questi interpretano male il mio sguardo perplesso (che di solito è abbastanza eloquente) e gentilmente me lo offrono. Io gentilmente rifiuto. Loro gentilmente mi assicurano che se sono il Argentina devo assolutamente provarlo, ringrazio ma no, non ho sete… insistono, non ho via di scampo. Accetto. Bevo. Baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh, è amarissimo! Li guardo con un’altra faccia esaustiva e ringrazio ridandogli indietro l’intruglio micidiale. Loro ridono…


Il meteoman di qui chi raccomanda di smontare, probabile temporale nella notte. Pahhhhhhhhh! Ma siamo sportivi e quindi la prendiamo come una prova generale per vedere se siamo in grado di smontare i nostri alianti. Pare di si. Cena in aeroporto, ancora carne.

*nota: abbiamo visto moto e scooter da fare invidia ai migliori napoletani: 4 su una vespa, ovviamente nessuno col casco e senza targa, macchina senza targa, più macchine coi fari spenti la notte e, top del top, vince il premio-fantasia una moto (non scooter, attenzione), rigorosamente senza targa, con su: bambino, donna e uomo + stampelle agganciate al manubrio.

Giorno 13 novembre 2009

Oggi è il compleanno del Generale e noi cantiamo:

“taaaaanti augurii a teeeeeeeeeeee” sfran, esplode il primo bicchiere di vetro…

“taaaaanti auuguuugri a teeeeeeeeeeeee” crash, esplode la tazza di ceramica…

“tanti auuuuuuguriiiiiiii geeeeeeeneraleeeeeeee” sbluop, si crepa anche il servizio di bicchieri di plastica….

“Taaaanti auguriiii aaaaaaaaaaaaaaa teeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee” badabbam, scoppiano i tubi dell’acqua, le lampadine e si crepa la campana della chiesa a 2 isolati da qui!


Bene, anche questa notte è passata totalmente insonne a causa di Claudio che continua a russare come un panda tibetano (mi gioco il criceto di casa che vi state chiedendo tutti: ma ci sono panda in tibet? Non lo so, non mi interessa e, se volete prendervi il criceto mi fate solo piacere!).

Piove.

Andiamo in aeroporto comunque, un po’ in ritardo sulla tabella di marcia.

Piove ancora. Pacco.

Lavoriamo ancora sugli alianti: mettiamo su gli switch sulla cloche (perché è carino poter cambiare da vario a solfar ogni tanto…) cambiamo lo strumento di Claudio e sistemiamo altre 2 robette. Pranzo in città. Torniamo in aeroporto a sistemare altre 2 cose, scopriamo con piacere che le patelle del carrello del mio Jantar non si chiudono, o meglio, si chiudono lasciando 2 dita di sfessa. Mi sembrava un po’ rumoroso l’altro giorno... Il tempo resta perfido. Non voliamo e ci consigliano di non montare, possibili temporali anche domani. Ci tengo a puntualizzare che qua è 6 mesi che non vedono una goccia d’acqua. È qui solo per noi, la maledetta nuvola di Fantozzi ci segue ovunque!

Verso le 8 torniamo a casa, poco affamati dato che il pranzo è stato consumato alle 4.

Super sorpresa al Generale (che non ci aveva sgamato a comprare le candeline al supermercato, noooooo), teglia di crema-fragole e cioccolato con un falò sopra, abilmente preparata di nascosto da NicoIca.

Letto, se Clo russa anche sta note….

Giorno 14 novembre 2009

Buon giorno amici ballerini di tango sul mattone, oggi è sabato, ultimo giorno di prove prima della gara.

Sono accadute molte cose… La notte Claudio ha russato come un koala nel periodo dell’accoppiamento, la mattina ci siamo svegliati con il cielo coperto, 570.000 farfalle si sono accoppiate per dare vita ad almeno altrettanti bruchi, l’Africa si è spostata di 0,03 mm verso la Sicilia, noi abbiamo assaggiato panini argentini con la Hamburghesa dentro e l’entropia dell’universo è aumentata a causa dei miei calzini sporchi lasciati a fermentare in camera.

Ma torniamo alle cose importanti: sveglia, cielo grigio, andiamo in aeroporto, vento forte. Montiamo, la notte non ha fatto tormenta, lo smontaggio è stato solo per sport. Mentre montiamo il Generale lascia capocciando un pezzo di sè sul piano di coda del mio aliante, non lo tolgo, un pezzo della geniale mente del Generale può fare grandi cose, magari mi passa pure un po’ della su saggezza.

Ci nutriamo in aeroporto facendo un super pranzo con hamburger, patatine e insalata alla bellezza di 3 neuri a testa, stupendo!

Poi decolliamo e gironzoliamo su cielo campo, il vento è bello teso, le termiche rotte, ma intanto prendiamo un po’ la mano con gli alianti.

Io scendo con 2 tonsille come 2 meloni dato che la capsula del mio microfono deve avere la stessa età delle cinture e deve essere incartapecorita uguale. Già, allegherò una foto del cruscotto così che possiate capire… l’LX lo abbiamo messo su noi, prestate particolare attenzione all’anemometro, alla radio e alla bussola! Soprattutto alla bussola…


Io scopro con immenso piacere che lo Jantar esce bene dalla vite… buono. Intanto da su abbiamo modo di ammirare la Laguna di Gomez ed il piccolo villaggio annesso con una media di 1,5 piscine pro capite.

Nico aspetta a terra dato che ha il badecco come al solito. (*badecco: malattia tipica dei volatili da penna). Il cielo si apre ed il vento rinforza. L’Inge che è delicatino sta al chiuso per non peggiorare.

Alla sera andiamo a pappa in centro, osiamo, pasta e pizza. Devo dire che non erano male ma, a metà cena, tah tah tah tahhhh, chiamano dall’aeroporto dicendo di smontare: tempesta nella notte.

Così, pieni come delle olive ascolane, torniamo in aeroporto a smontare i 3. Giuriamo insieme che, se alla notte non fosse venuto un temporale coi fiocchi, i meteorologo sarebbe stato scuoiato il giorno seguente, e il suo corpo dato in pasto ai feroci tapiri argentini.

Per sua fortuna verso mattina viene un bel po’ d’acqua con lampi e tuoni (difficilmente distinguibili tra il russare di Claudio).

Giorno 15 novmbre.

Primo giorno di gara oggi, oramai le nostre occhiaie toccano terra, Claudio ha russato ancora come un bue muschiato,non se ne può più!

Comunque sia, andiamo in aeroporto, carichissimi! Il cielo un po’ meno.

Cominciamo a montare l’aliante di Nico, mentre mettiamo su la seconda ala ci si avvicina un hombre dicendo che la classe B è annullata. Bon. Cominciamo bene… finiamo di montare il cirrus dato che con un’ala sola non potevamo lasciarlo. Briefing alle 10.30. Ma noi non molliamo, decidiamo di colare comunque! Il cielo non migliora, è ancora pieno di cirri e il vento è forte. Verso mezzogiorno annullano anche le altre 2 classi. Decolliamo comunque per farci un giro!

Alla sera atterriamo ed il meteoman, dopo aver squartato uno stormo intero di volatili per vaticinare qualcosa di plausibile, ci suggerisce di smontare gli alianti. E via ancora. C’è da dire che per fortuna i carrelli degli alianti, altamente prestanti, ci facilitano il compito. Allego foto assicchè cogliate l’ironia. Se non cogliete problemi vostri.

Poi si sa che i Fergnani sono abituati a dei carrelli di lusso…

Andiamo a pappa in centro e tentiamo la sorte ordinando pizza… Niente male! Diversa dalla nostra, ma va giù.


Giorno 16.

Non ci svegliamo perché siamo già svegli da prima a causa di Claudio… no comment. La notte ha fatto un casino d’acqua, ma non si è sentita perché il russare di Clo copriva ogni altro possibile rumore. Buenos Aires è mezza allagata. Andiamo in aeroporto. Montiamo, ancora. Il nastro per le ali è finito, a forza di monta smonta abbiamo consumato tutti i rotoli che avevamo portato da casa che sarebbero dovuti bastare per tutto il periodo secondo le migliori previsioni. Al briefing ci sparano un tema di 170 km. Previsione di vento: 35 km/h in aumento. No cumuli, si cirri. (dite no ai cumuli, dite si a Valsoia!)


Bene, schieriamo. “Ma non ci faranno partire” pensa la piccola nocciolina all’interno del mio cranio… La manica a vento è in orizzontale da un pezzo. Abbiamo scoperto che verso i 30 km/h la manica qui sta in orizzontale. Da quella velocità in poi il vento si può misurare con i seguenti modi: vedere quanto a palla sono i miei capelli a fine giornata (ma per questo bisogna appunto aspettare la sera); lanciare un maccherone in aria in verticale misurando la forza impressa e vedere quanto in la ricade: pesando il maccherone e sapendo il suo coefficiente di resistenza (che varia a seconda del condimento) si può calcolare il vento; guardando la bandiera gialla che sta appesa davanti all’hangar: più tira vento più questa si schiaccia verso l’alto. Beh, optiamo per l’ultimo metodo in quanto, nonostante il più pratico sia senza ombra di dubbio quello del maccherone, mancando il coefficiente di attrito del maccherone ai quattro formaggi che servono qua (perché la densità di questi quattro formaggi è diversa dalla densità dei nostri) la stima del vento sarebbe imprecisa.

La bandiera è alta come una sottiletta.

Fanno partire la classe A (l’equivalente dalla nostra libera) aspettano 10 minuti. Intanto noi guardiamo su, gli alianti contro vento sono praticamente fermi. Ah... Fanno decollare anche noi. Bene, l’LX mi da fino a 56 km/h di vento. Non scherzo. Il traguardo è sopravento all’aeroporto. No riusciamo ad arrivarci! Insomma, un fatto casino. In roccolo ogni giro non interseca nemmeno quello sotto. Dopo 2 ore di ravanamento tutto va in ombra, atterriamo e poi ridecolliamo. E poi riatteriamo dopo eltri 5 minuti. Beh. Come dicono quelli che puzzano: c’est la vie!

Nel frattempo a Claudio è partito il fusibile della radio, così picchettiamo gli alianti e ci dirigiamo in centro, lasciando NicoIca a tubare in aeroporto. Mentre ci stiamo piluccando un gelato chiama il meteoman che, dopo aver sterminato tre quarti della fauna volatile della laguna convinto che gli aruspici avessero capito tutto dalla vita, ci dice di venire a smontare in fretta; tempesta in arrivo. Così torniamo trafelati all’aeroporto, smontiamo ancora, che gioia!

Andiamo a pappa e poi a nanna vedendo all’orizzonte lampi da pauuuuuuura.

Giorno 17

Io continuo a dormire nel terrore dato che il Generale ha giurato vendetta a causa di un piccolo innocente scherzo un paio di giorni fa (gli ho chiesto dov’erano le chiavi del carro armato mentre dormiva in macchina e lui non ha gradito…). Così mi aspetto una secchiata di acqua fredda una di queste mattine.

In aeroporto nessun aliante è montato, molliamo li NicoIca ed andiamo in centro alla ricerca di: nastro per le ali, fusibili, calzini per la Ica che, nonostante le 2 valige abnormi che si è portata appresso, non ha calzini a sufficienza (voglio sapere cosa c’era dentro poi…), filo di ferro per l’aliante di Clo (si, è previsto l’uso del fil di ferro per bloccare il piano di coda) e carta adesiva colorata per marcare i nostri alianti e capire chi è chi in volo.

Torniamo con:

-quattro metri di carta adesiva rossa, purtroppo quella color legno non c’era;

-filo di ferro: 10m, sufficienti per i prossimi 137 montaggi dello Jantar;

-4 fusibili: due da 1 A e due da 3;

-nastro isolante per le ali color giallo canarino, che fa tendenza;

-calzini della Barbie per la Ica, con tanto di stemma con immagine di cenerentola che cambia a seconda dell’inclinazione, ovviamente su sfondo rosa;


Quando torniamo in aeroporto, non essendo più rimasti uccelli da sacrificare, il meteomen brancola nel buio e così danno no task. Optiamo pertanto per un giretto turistico a Rosario, a circa 200 km da Junìn. Vediamo la città ed il Rio. Il Generale si compra un coltellino svizzero per andare a funghi, e non voglio sapere che genere di funghi raccolga e quanto questi cerchino di vendere cara la pelle data la dimensione della lama… ma il Generale assicura che quando è allenato è capace anche di affrontarli a mani nude.

Torniamo verso casa a sera, ed è proprio ora in macchina che sto dando il meglio di me scrivendo. È impressionante come qui attorno non ci sia assolutamente nulla, nessun paese, nessuna luce. Esattamente la stessa cosa che ha pensato ieri il mio ultimo neurone guardandosi d’attorno in cerca di fratelli…

Il giorno dopo… 18 Novembre.

Come al solito non ci svegliamo perché siamo già svegli. Claudio russa ancora come una moffetta durante la stagione dell’accoppiamento.

Come riempire la mattinata se non con del buono e sano esercizio fisico e mentale?!? Così montiamo gli alianti. Proponiamo anche una competizione parallela a quella di volo: chi monta-smonta più in fretta l’aliante, team formati da 3 persone, gara ad handicap a seconda del tipo di aliante. Più è nuovo più è alto (un discus si monta più in fretta di un cirrus…). 50 punti di bonus se si mettono anche le spinette nei comandi. Anche il tipo di carrello influisce: un Cobra ha un handicap molto alto, un “Pitone” come il nostro è già meglio, per i carrelli universali handicap bassissimo.

Gli altri team non aderiscono all’iniziativa, chiaramente intimoriti delle nostre prestazioni.

Vabbè, optiamo così per una gara di volo normale.

Schieriamo. Aspettiamo. Aspettiamo. 40 km/h di vento esattamente a 90° con la pista, che c’è da chiedersi se hanno usato una squadra per metterlo così preciso. Intanto la copertura si avvicina ed incombe sempre più.

Dopo 1h ci danno il no task. Nico e Claudio decollano comunque. Io vado a smontare con il Generale perché il tempo non promette nulla di buono. Ormai i comandi dello Jantar sono capace di attaccarli e staccarli ad occhi chiusi, con le mani legate dietro la schiena e una mela in bocca (che, anche se non complica particolarmente le cose, rende tutto molto più ridicolo).

Comunque sia, una volta smontato vado a vedere il bollettino meteo: prevista tormenta forte, consigliano di adottare le dovute misure di sicurezza per alianti, carrelli, tende e campeggio.

Benone! Ottimo direi! Facciamo scendere pure Nico e Clo, smontiamo i loro e ficchiamo i loro carrelli nell’hangar, il mio no perché non c’è posto, lo picchetto. Poi vado dal meteoman per chiedere se la notte è veramente prevista l’apocalissi. Lo trovo con in una mano un coltello e nell’atra uno dei cani dell’aeroporto. Gli dico di non farlo, che se non ha funzionato con gli uccelli non funzionerà nemmeno con il cane. Mi da retta ma non si tranquillizza per la notte. Il cane scappa con la coda tra le gambe e al meteo non resta che affidarsi alla lettura dei fondi di Mate, peraltro resa abbastanza difficile dal fatto che il mate è tutto un fondo! Così si convince della previsione drastica.


Disperata mi dirigo nel luogo da tutti i migliori considerato come migliore fonte di ispirazione: il bagno. L’illuminazione arriva solo al termine della meditazione quando tiro l’acqua. Trovo finalmente molte delle risposte alle domande della vita: chi siamo, dove andiamo e soprattutto a che ora torniamo. E capisco anche perché il tempo continua a fare schifo! L’acqua nella tazza gira in senso antiorario. Ci hanno fregato. È tutta una grande messa in scena, noi non siamo in Argentina, non siamo nemmeno nell’emisfero sud! Solo una mente acuta come la mia poteva arrivarci. Corro così a comunicare la cosa agli altri. Sorridono con fare condiscendente e mi danno ragione. Non sono convinta che mi credano ma lascio passare.

Torniamo a casa a mezzanotte e 1 minuto facciamo un agguato all’Inge che dorme per ricordargli che è il suo compleanno. Mostra il suo apprezzamento stritolandomi e torna a dormire.

Giorno 19 Novembre 2009.

Claudio con i suo russare da giaguaro albino della Namibia ha coperto qualsiasi rumore di temporale o pioggia esterno.

Grande giorno oggi. Non solo perché l’Inge ha appena fatto 24 anni ma anche perché sembra che fuori non ci sia vento. No! Non è possibile!

Corriamo in aeroporto. La manica a vento è quasi sgonfia. No! Ci guardiamo in faccia perplessi. Sembra tutto irreale. Così montiamo e andiamo al briefing. Il meteoman si presenta con una pelliccia di pelo di lupo albino addosso, ancora calda. Dove cavolo lo ha trovato??

Non importa, l’importante è che la meteo ci becchi! Molla il foglio della meteo vecchio!

Humm: base 1200m, cumuli ma non dice quanti ottavi, dice solo cumuli al plurale, vento 30 km/h.


Beh, dai, si può fare! Vai che si parte. Ci appiccichiamo dietro gli Janus con su quelli bravi. E via. Beh, i 30 km di vento sono poi 45… ma non importa, il top termica è a 1050m, ma non importa… i cumuli almeno ci sono, si presentano nell’arco di 3 ore in numero di 2, all’orizzonte.

Vabbuò. I primi 2 lati vanno anche più o meno, stiamo dietro anche a quelli con l’acqua (perché la classe B in cui corriamo noi è una specie di Club con acqua).

Poi arriva il lato contro vento e li ci disuniamo. Facciamo tutti un bell’aggancio a 250m e ci teniamo stretta la termica che abbiamo ma Claudio, che è il più alto di tutti, lascia prima finisce in terra insieme ad uno dei 2 Janus. Nel frattempo tutti attorno a me scompaiono. Perdo pure Nico. Lo sento che finisce per terra prima di passare la città. Io trovo qualcosa, vado avanti un po’, ancora un po’, un pochetto ancora. Basta. Atterro a 4 km dal campo, in un campo coltivato a terra. Chiamo Edo che mi dice che la Ica, accompagnata da un autoctono, è già partita per recuperare Clo. Edo è partito per recuperare Nico. Io devo aspettare che qualcuno torni. Vabbe, per fortuna mi sono portata il lettore mp3. Scarico. Ottimo. Il telefono suona ancora. È un argentino, mi viene a prendere lui, ottimo, gli passo il contadino in modo che si chiariscano!

Io e Clo arriviamo in campo prima di Nico così decidiamo di andargli a prendere il regalo. Un paio di calzetti orribili, che avevamo già adocchiato per la Ica.

Erano veramente qualcosa di raccapricciante. Li abbiamo presi perché gli ricordino la meteo della gara. La cassiera, quando vede l’articolo rimane basita. Erano anni che al supermercato cercavano di disfarsi di quell’ultima partita di calzini orrendi, ed erano anni che i dipendenti ricevevano quelli come regalo di natale da parte del supermercato. Vedendo così l’ultimo paio andarsene un po’ si commuove. Oramai facevano parte della famiglia. Un po’ come la Luigiona del Bar Sport di Benni (apprezzate le citazioni colte che ce ne sono poche!).

Alla sera si festeggia così in aeroporto con bistecca e torta-gelato sciolta. Nico apprezza molto i calzini.


Giorno 20 novembre 2009

Claudio è stato cacciato fuori di casa a calci dai ragni che nemmeno questa notte sono riusciti a dormire (e vi assicuro che con la stazza che hanno i ragni qui non ci sono stati particolari problemi).

Colazione con un anno in più sulle spalle per qualcuno (si cominciano a sentire eh inge???).

Andiamo in aeroporto e, chi indovina cosa facciamo? Tu, tu che hai alzato la mano la in fondo. No, non te con il turbante, tu di fianco, con il paraorecchie di pelo rosa, dimmi.

“Saltate i fossi per la lunga?”

“No vedi che non sei stato attento?!? Esci dall’aula strisciando!”

Hem, dove eravamo rimasti? Ah, si, montiamo.

Mentre tengo su una delle 2 ali de Cirrus di Nico un branco di formiche nere (nere perché incazzate) mi assale. Avevo il piede sul loro nido in effetti. Saltello così con l’ala in mano facendo divertire moltissimo tutti i presenti.

Al briefing il Meteoman è chiaramente sull’orlo di una crisi di nervi, pelle tirata, occhiaie profonde, canini un po’ sporgenti… ci consegna il foglio meteo: cumuli no, cirri si, 40km/h di vento, base 1100m.

L’uomo affianco a me al briefing che vola un PW5 mi guarda con la stessa disperazione in faccia di un cucciolo di Labrador abbandonato la vigilia di natale. Lo capisco.

Ma i nostri eroi non si perdono d’animo! Con le ali nastrate con lo scotch giallo si può fare qualsiasi cosa! Schieriamo e decolliamo. Decollo un po’ strano il mio, ci ho messo un po’ a capire… L’aliante si alza, la corda no. Il traino si alza, la corda continua a fare la pancia e a strisciare per terra… e per un bel pezzo! Curioso, li per li non ho capito. Poi, una volta atterrata, ho chiesto spiegazioni al Generale che mi ha detto che avevano attaccato un cavo che si poteva usare per ormeggiare la petroliera Exxon Valdez. Beh, se non altro non si è rotto in traino!

Ma torniamo a noi, Claudio, appena decollato, si accorge che il palmare non gli aggancia i satelliti. Dato che non ha nemmeno la bussola a bordo (da farsene della bussola?!?) cerca il nord guardando la posizione del muschio sugli alberi (questo lo ha imparato agli scout). Dopo un attimo di disorientamento si rende conto che teoricamente siamo nell’emisfero sud, e che quindi il muschio cresce sul lato sud (questo invece lo ha imparato ad ingegneria aerospaziale, al 3° anno).

Si parte, io davanti, e Clo dietro che cerca il muschio sul mio timone di coda.

Il primo lato e di 50 km, con 50 km di vento contro non finiva più! Facevamo la termica, planavamo ed eravamo allo stesso punto di partenza.

Poi finalmente abbiamo girato il maledetto pilone. Io e Clo sempre vicini (il palmare suo ancora non andava…) Nico disperso! Gli Janus pure. Gli altri sparpagliati.

Insomma, per farla breve: io e Clo torniamo a casa, Nico atterra a una trentina di km dal campo.

Il vero motivo del fuoricampo dell’Inge è noto a tutti, anche se per discrezione c’è chi tace, noi non abbiamo peli sulla lingua (il che poi farebbe anche molto schifo oltre che essere antigenico): l’Inge non ha messo gli orribili calzini che gli abbiamo regalato il giorno prima. Non si sfida così la sorte! Vergogna Inge!


Giorno 21 novembre 2009

Claudio russa come sempre, ma almeno questa notte siamo troppo stanchi per sentirlo.

Oggi è l’ultimo giorno di gara… tristezzaaaa!

Ed è pure brutto… ancora più tristezzaaaaaaaa!

Pioviggina tipo Londra… buahhhhhhaaaaaaaa!

Lo sapevo, è colpa nostra che non abbiamo smontato la sera prima… se lo avessimo fatto il tempo sarebbe stato magnifico.

Così sotto quella piacevole pioggerellina che ti fa infeltrire i capelli fino a che non diventano della stessa consistenza del pelo di pecora irlandese (considerazione personale: i miei capelli così migliorano notevolmente passando dalla consistenza del pelo di muflone sardo a quella del pelo di pecora irlandese), diecevo, sotto la pioggerellina rientriamo in possesso dei nostri LX.

Ri sistemiamo le alimentazioni degli strumenti che c’erano prima, rosso con nero e nero con rosso, come di regola quì.

Consegniamo gli alianti impacchettati nei loro carrelli e via con la festa! Cena, premiazione y a bailar!

Termina così il nostro trastullo argentino. Con una serata in una specie di discoteca e i numeri di telefono di tre ragazzi argentini in tasca (a me naturalmente, mica a Clo o all’IngeIca!).

Salutiamo così gli amici di Radio Tango. Se qualcuno/a è interessato ad uno dei numeri di uno dei tre ragazzi mi faccia sapere.

Intanto facciamo i dovuti ringraziamenti; un grazie sentito a:

AeCI che ha finanziato l’allenamento; il Leo e la FIVV e Marco Gavazzi che hanno promosso l’iniziativa puntando su noi giovani; il Kilo Charlie che anche lui puntava su di noi, però in termica; Edo che si è sbattuto notevolmente a organizzare tutto e a sopportarci (santo subito!!); la Ica che oramai smonta e monta gli alianti anche da sola; le creme della Ica che si seguono ovunque; la bussola di Clo e quella dell’inge che non si sa dove siano; le walky talky che c’erano sugli alianti e che ci hanno spacciato per radio; il fusibile della radio di Claudio che si è bruciato 15 volte; chi ha pensato il cruscotto dello Jantas (si, lo so, l’ho già ringraziato prima ma mi sento in dover di farlo ancora) perché non ha mai considerato il fatto che uno debba mettere mano agli strumenti; il servizio di lavanderia dell’aeroporto perché senza quello non ci avrebbero sicuramente fatto salire sull’aereo di linea per tornare a casa; il Tanghero, il nostro aggancio argentino in Italia; il meteoman e tutti gli uccelli che sono stati sacrificati inutilmente; i 3 pregievoli carrelli degli alianti; Damian che mi è venuto a prendere dal fuoricampo; Javier che ha fatto compagnia a Claudio in fuoricampo; i campi dei fuoricampo; quello che è andato a prendere Clo dal fuori campo, di cui non ricordo il nome; il Tato, interprete ufficiale italiano-spagnolo; l’Inge, che dopo 2 settimane, l’ultimo giorno, finalmente ha metabolizzato che in spagnolo ‘che cos’è?’ non si dice ‘ques que es?’; Claudio per averci tenuto compagnia russando ogni notte; tutta la fauna della casa per avermi divorato nel sonno (piccoli bastardi…); la leva del carrello dello Jantar che ha provveduto a lasciare il suo segno su di me (gomito dx), i tubini di plastica che ho infilato negli sbiruli da girare dell’LX che mi hanno aperto nuovi orizzonti, ora posso addirittura cambiare schermata mentre sono in volo (tremate gente, le mie prestazioni volovelistiche miglioreranno!!); la Nivea Solare che ha protetto la pelle delicata dell’Inge dai terribili raggi solari argentini; la Think Pink che fa pantaloni visibili ad occhio nudo anche dallo spazio, così gli altri mi vedono sempre (io sono il puntino giallo); il furgoncino che avevamo che ha contribuito notevolmente al mantenimento della nostra forma fisica grazie alle spinte della mattina per farlo partire; il mio cervello-nocciolina che quando ho fatto la valigia ha pensato di prendere 2 paia di scarpe da ginnastica, entrambe giallo limone; la fauna argentina che si è sacrificata per noi; il meteoman, idolo locale e soprattutto Rat-man, fonte assoluta di ispirazione per me, ed ora anche per Claudio! (Chi non lo conosce vada immediatamente in edicola e se ne compri uno, attenzione però che crea dipendenza !!!)

Ciao a tutti belli,

Radio Tango chiude qua, in attesa dei Mondiali in Argentina (chissà…)!

venerdì 28 agosto 2009

Stage junior a Rieti

Resoconto dello stage Juniores dal 14 al 19 agosto 2009.

Partecipanti: Claudio Ricci con ASW24, Nicola Fergnani con LS1 ed Elena Fergnani con Discus a.

Coordinatore stage: Edoardo Tarchini con Discus 2.

Altri piloti che si sono resi disponibili a volare con noi: Ruggero Ancillotti ASW29.

Fave: Clo con il JO, Capitano con il VLEN e Nena con il GROG.

Guru: Edo o Comandante con uno strano aliante con 2 dita di diruttori fuori fissi.

Aiuto guru: Ròmeo con un altro modello di aliante con una spanna di diruttori fuori fissi.

Antefatto:

La Federazione quest’anno si è attivata per organizzare la squadra juniores. Dopo i due weekend di stage presso Ferrara prima delle gare è stato organizzato un altro stage di una settimana presso l’aeroporto di Rieti. Lo stage ha 2 obiettivi: imparare a volare in coppia (soprattutto per me e Claudio) e farci conoscere il territorio su cui poi Claudio volerà per la gara di Promozione.

Antefatto:

Ci dicono che possiamo andare a Rieti a volare per una settimana. Impacchettiamo gli alianti nei relativi carrelli e via. Clo da Torino, Nena e Capitano da Ferrara. Dopo 50km il secondo gruppo fa la prima sosta: cerchione del carrello disintegrato, per fortuna c’era la ruota di scorta, incredibilmente c’era anche il cric per cambiarla, la chiave inglese no, beh, non chiediamo troppo.

Cambiamo la ruota. Mentre Nena finisce di cambiare la ruota Capitano prende in prestito un Graziellino, mette la gomma disintegrata nel cestino e va in cerca di un gommista. Torna dopo 10 minuti praticamente disidratato per il caldo e con la coda tra le gambe perché il gommista era chiuso.

Ripartiamo. Sosta dopo 10 km per problema tecnico. Nota: è meglio togliere il freno a mano prima di partire. Aspettiamo che il cerchione smetta di fumare e ripartiamo.

Verso mezzanotte arriviamo a Rieti. Clo è già là. Andiamo a letto.

Primo giorno:

Montiamo gli alianti e allineiamo. Verso le 14 decolliamo.

Cantalice, Luco dei Marsi, Nocera, Rieti. Voliamo insieme anche se le differenza tra l’LS1 e gli altri alianti in planata si fa sentire.

È il primo volo che io e Claudio facciamo insieme. Ci sono parecchie cose da mettere a punto. Voliamo comunque tutti insieme.

Primo giorno:

Io e Capitano montiamo gli alianti: il GROG ha la ruota a terra. Standard.

Ci arrostiamo per mezz’ora sotto il sole per cercare di gonfiarla ma la valvola è finita dentro al cerchione e non c’è verso di avvitarci sopra la prolunga per gonfiarla. Poi, come un miraggio, un Defender di avvicina. Ne esce Fonzee che da un colpetto all’aliante e la gomma si gonfia da sola. Ok, va bene, esce l’Edo con la pistola dell’aria compressa in mano, perché sulla macchia delle meraviglie (il Defender), oltre che il frigo-bar, la torre di Ferrero Rochet, e la bottiglia di spumante in ghiaccio con 2 bicchieri di cristalllo c’è anche il compressore! In 10 minuti Edo-McGiver sistema tutto.

Alianti in linea e via. Claudio sempre più alto, Nico sempre più in basso, io sempre più in mezzo, Edo variabile a seconda dei diruttori.

Voliamo comunque sempre insieme.

Abbiamo imparato che: domani a Claudio seghiamo 1 m di ala per parte così vediamo se rimane ancora più alto!!!

Secondo giorno:

Tema: Cantalice, Pescasseroli, Gualdo Tadino, Rieti.

Anche oggi voliamo insieme, sempre con Edoardo davanti.

Verso Gualdo Claudio ed io rimaniamo più alti di Nico. Edo così rimane con Nico mentre io e Claudio seguiamo Luciano Avanzini (che avevamo appena incrociato) che ci scorta fino a Rieti.

Media: 97,5 km/h.

Secondo giorno:

Io e Nico ci alziamo alle 8:00. Usciamo dalle camerette: Edo e Claudio hanno già schierato. Arggghhhh!!!

Vabbeh, per non perdere tempo schieriamo anche noi, con gli alianti ancora fradici per la notte. Li asciughiamo in linea, non bisogna perdere nemmeno un secondo sennò gli altri ci fregano i posti migliori!

Andiamo a fare colazione (al bar, con brioches alla crema perché bisogna aumentare il carico alare…) e verso le 9:00 ci svegliamo.

Briefing. Tema: Come hai trascorso le tue vacanze?

Finito di scrivere consegniamo e decolliamo.

La prima parte del volo la facciamo insieme ma, poi, verso Gualdo io e Clo siamo parecchio più alti così agganciamo Luciano che ci porta fino a casa mentre Edo rimane con Nico e arrivano dopo. C’è da dire che il 18m pieno d’acqua con su Luciano plana giusto un pelo meglio di noi, ma poco poco, così ogni 10 minuti butta l’ancora e scende da noi! Rientriamo senza problemi, grazie Luciano!

Abbiamo imparato che: è meglio non aprire le merendine con il cioccolato sotto in 2500m se poi non si vuole scendere marroni.

Terzo giorno:

Oggi ci separiamo: Claudio ed io con Edoardo e Nicola con Ruggero.

Briefing con quelli della Nazionale e de-briefing del volo di ieri.

Tema: Cantalice, Villa Vallelonga, Gualdo Tadino, Rieti.

343km, 93km/h di media.

Il volo di coppia migliora un po’ ma è Edoardo che ci tira avanti mentre noi seguiamo.

La valle dell’Aquila minaccia pioggia così ci teniamo sulla parte ovest del Terminillo.

Le due coppie si dividono, Nico e Ruggero fanno la Val Nerina anche tra Vallelonga e Gualdo. Alla fine ci ritroviamo quasi insieme dopo che noi abbiamo tagliato per Leonessa impantanandoci un po’.

Terzo giorno:

Ci svegliamo, schieriamo. Dato importante: questa mattina brioche con nutella a colazione.

Ci uniamo al briefing di “quelli bravi”. Per “quelli bravi” è stato inventato un gioco (poi dicono che siamo noi quelli “infantili”…): Cacciatori e lepre. Uno deve camuffare il proprio aliante da lepre, con tanto di orecchie e dentoni, e gli altri a coppie, una volta in volo devono braccarlo. Non so come sia andata ma alla sera abbiamo mangiato lepre in salmì...

Comunque: Nico vola con Ruggero e io e Claudio con Edo. Al ritorno da Celano facciamo il Terminillo perché la valle dell’Aquila minaccia pioggia. Clo, Edo e io finiamo un po’ bassi verso Leonessa (ma comunque con un immenso campo atterrabile sotto di noi) ma ci tiriamo su (grazie Claudio per il +2 che hai trovato!).

Nico e Ruggero invece rimangono più ad est facendo la Val Nerina.

Ci ritroviamo poi a Gualdo e torniamo comunque per strade diverse.

Abbiamo imparato: Non planare ai 160 con gli alianti vuoti quando davanti il cielo non è rose e fiori.

Quarto giorno:

Voliamo ancora separati ma oggi stiamo io e Claudio davanti, Edoardo segue e controlla.

Nicola è sempre con Ruggero.

Briefing sempre con la Nazionale.

Tema: Cantalice, Borgorose, Acquasparta, Carsoli, Narni, Laghetti, Rieti. 295Km. 93Km/h di media.

Quarto giorno:

Edo, dopo essere uscito con aria soddisfatta da un tendone a righe, ci dà il tema di oggi. Edo non lo ammette ma ci vuole mettere alla prova per vedere se sappiamo girare bene i piloni, così ce ne mette lì ben 7.

Durante il volo capiamo il motivo della visita mattutina del Generale al tendone: ha chiaramente parlato con una veggente prima di darci il tema, non c’è altra spiegazione. I cumuli sono esattamente dove dobbiamo andare!

Nonostante ciò io e Claudio facciamo un casino che la metà basta. “Andiamo di qua, no, di la, aspetta, e se tornassimo indietro??”. Per radio ci hanno odiato tutti penso. Anche Nico e Ruggero non erano molto in bolla, uno diceva destra e l’altro sinistra, Nico diceva deviazione e Ruggero dritto, Nico montagna e Ruggero mare, Nico vuole ordinare spaghetti allo scoglio (che notoriamente vengo serviti in porzioni da due) e Ruggero goulash. Insomma, la classica crisi del settimo anno.

Verso la fine Claudio comunque era stratosferico ed ha fatto la volata senza di noi aggiudicandosi la maglia rosa!

Abbiamo imparato: che le frasi tipo “mah, non so”, “boh, non ne ho la più pallida idea” e “sei davanti tu quindi sono fatti tuoi” non sono risposte costruttive durante il volo di coppia.


Quinto giorno:

Briefing più debriefing e assegnazione di tema.

Area task di 2:30.

Poggio Bustone, Pescina (35km di raggio), Orvieto (30km di raggio), laghetti, Rieti.

Claudio oggi non vola perché domani comincia la gara con sette giorni di bel tempo previsti quindi oggi riposo.

Siamo andati fino in fondo al pilone a sud e abbiamo appena toccato quello a nord.

Media: 113 km/h.

Quinto giorno:

Oggi Claudio viene messo a terra per punizione perché va troppo forte. In realtà lui dice che ha già fatto il giro la mattina presto e che è gia tornato.

Così partiamo solo io, Nico ed Edo.

Andando a sud Nico attacca i postbruciatori sul VLEN ma fa male i suoi calcoli perché, una volta girato il pilone rimane a corto di carburante. Così comincio a staccarlo. Lui passa la prima area di servzio senza fermarsi (perché era una ERG e lui fa raccolta punti ESSO e deve assolutamente arrivare a 10000 entro fine mese per vincere il dado di peluche da attaccare alla cappottina) e così arriva corto a quella dopo. Io sono avanti anni luce, tocco il pilone a nord stratosferica e testo il Discus in arco giallo (a Ferrara non capita spesso) mentre Nico è ancora a litigare con il benzinaio perché non gli ha pulito bene il vetro. In tutto ciò Edo è rimasto con Nico perché anche lui fa la raccolta punti ESSO (vuole l’aspirabriciole a pannelli solari, 34.000 punti) e quindi ne approfitta per fare il pieno pure lui.

Risultato: Nena maglia rosa (quella sudata da Claudio il giorno prima). Nico a torso nudo.

Abbiamo imparato che: quando si è quasi a secco non bisogna fare troppo gli schizzinosi. Magari, per puro caso, la ERG ha dei premi migliori della ESSO, magari anche loro hanno i dadi pelosi e magari ce li hanno anche in tinta fucsia che va una cifra!

Sesto giorno:

E’ ufficialmente iniziata la gara quindi Io e Nico voliamo insieme fuori gara mentre Claudio fa la Promozione ed Edoardo la Coppa Città di Rieti.

Io e Nico ci facciamo un giro Celano-Terni. Meteo stupenda.

Claudio ed Edoardo fanno un’ottima gara.

Sesto giorno:

Ultimo giorno per il duo Fergnani. Aiutiamo Claudio ed Edo a schierare. Dopo averli sparati per aria abbiamo schierato anche noi. Prima di decollare faceva talmente caldo che non riuscivo a tenere in mano la cloches.

Il volo poi è andato bene. Quote stratosferiche, un po’ di casino solo a scendere verso sud causa: presenza di cumulus fintus (che non sono i cumulus Findus, quelli al pesce).

Il cumulus fintus si riconosce per le tipiche chiazze rosate sul cappello color verde oliva. Il gambo può presentare sfumature biancastro-giallognole alla base, di forma cilindrica, regolare, talora ricurve.

Cappello inizialmente emisferico e poi più espanso.

Habitat: boschi di latifoglie da giugno a settembre.

Commestibilità: velenoso da crudo, probabilmente innocuo da cotto (vedete voi se è il caso di provare).

Il ritorno e nord è più semplice. Andando a forza di +5 non si è mai fatta tanta fatica…Intanto ho un piccolo problema di collisione i volo con una buccia di banana. In effetti devo migliorare la tecnica dello smaltimento della buccia in volo. Cerco infatti di scagliarla fuori dal finestrino, che però non è aperto del tutto. Così prima si spatacca sulla metà di finestrino chiusa e poi, dopo 10 minuti di lotta all’ultimo sangue, quando finalmente riesco a scagliarla fuori, questa sublima sbattendo contro l’ala lasciando in memoria una strisciata gialla sul dorso superiore.

Nico lo semino sulla Val Nerina. Poi scoprirò la causa. L’ingordo ha dovuto fermarsi a causa del mal di pancia causato dall’ingestione di cumulus fintus non abbastanza cotti (ma portarsi le merendine in volo come tutti no??).

Torniamo a Rieti. Nico smonta mentre la Nena scassa le palle a tutti in un momento di crisi esistenziale: tornare o non tornare?? Alla fine la ragione prende il sopravvento (per un brevissimo momento, poi scompare di nuovo…) e decido che forse è meglio tornare a casa date le 2 consegne di lavori (progetti non ancora finiti) con scadenza: domani e 2 giorni dopo. Partiamo all’alba delle 19.30. Con le 2 macchine e i due carrelli e senza ruote di scorta per il carrello del Discus dato che tutti i gommisti di Rieti da giugno a ottobre sembra siano in vacanza…

Magicamente alle 2 siamo a casa con tutte le parti dei rimorchi apparentemente intere.

Abbiamo imparato che: i cumulus fintus non sono commestibili nemmeno da cotti e che prima di buttare le bucce di banana fuori dal finestrino è meglio aprire il finestrino.

Stage finito.

Ringraziamo tutti coloro che si sono dati disponibili ed hanno aiutato nell’organizzazione!

Stage finito. Saluti a tutti! Ringraziamo:

Il Leo e la Federazione che hanno reso possibile lo stage, le termiche che ci hanno sempre riportato a casa, Edo-l’aggiustatutto che ci ha aggiustato tutto in tempi record e che ha sopportato le fave abbrustolite con cui volava, Ruggero che è stato punito per due giorni e costretto a volare con un 18m di fianco ad un ls1, Luciano per il passaggio fino a Rieti, i diruttori di Edo e Ruggero, l’ancora di Luciano, la buccia di banana spataccata, la Kellog’s fornitrice ufficiale di merendine per piloti, le gomme del carrello del Discus che hanno resistito fino a casa, Marco per le delucidazioni su LXbrowser, i ragni delle camerette che ci hanno preservato dalle zanzare e che ci hanno tenuto caldo la notte, l’Altaus per aver capito da che parte deve stare girato, i trainatori che ci hanno tirato su, la borraccia per non essersi mai aperta in volo, tutti quelli che erano per aria e ci passavano indicazioni sulla meteo, la veggente da cui andava Edo prima di darci i temi, il bar da cui andavamo a fare colazione la mattina, in particolare ringraziamo i bomboloni del bar, Davide per avermi prestato il copri cappottina (cambiaci gli elastici!!) e la ESSO per aver dato a Nico i tanto bramati dadi di peluche.

Chiediamo scusa a: i pesci rossi che vivevano nei ballast di Edo che sono morti a causa della prolungata siccità, tutti quelli a cui abbiamo scassato per radio e a Ruggero che ha dovuto lavare anche i diruttori perché erano pieni di moscerini. Ah, si, anche alle tasche del Discus che ora sono piene di briciole di merendine miste a cioccolata sciolta.